La commissione europea ha dato oggi il suo via libera a un’indagine approfondita per sospetti aiuti di Stato all’Ilva di Taranto. L’avvio della procedura, secondo quanto si apprende a Strasburgo, è stato approvato dal Collegio dei commissari durante la riunione di oggi, e verrà formalmente annunciato domani, come previsto. Le norme Ue sugli aiuti di Stato prevedono che l’avvio di un’indagine non comporti subito una valutazione definitiva sulla compatibilità dell’aiuto; in questo caso, in particolare, non sarà deciso il recupero immediato dei fondi stanziati, complessivamente pari a circa 2 miliardi. L’indagine permetterà piuttosto di accertare se il denaro stanziato in varie forme (prestiti, bond, garanzie) per sostenere l’ Ilva abbia finalità di riqualificazione ambientale: se così fosse, gli aiuti sarebbero giustificati e non sarebbe necessario richiederne la restituzione.
Le due procedure Ue sull’ Ilva, quella decisa oggi per accertare la natura degli aiuti e quella sulla compatibilità degli impianti con le norme ambientali, potrebbero finire per compensarsi, essendo in un certo senso contraddittorie: gli aiuti potrebbero infatti essere strumentali a uscire dalla procedura ambientale. È questo il motivo che rende «prudente» l’avvio dell’indagine per aiuti di Stato. I due diversi uffici della Commissione, quello per la concorrenza da cui dipende questo dossier, e quello della DG ambiente, interagiscono. Quanto alla vendita dell’ Ilva, l’auspicio di Bruxelles è che avvenga a favore di qualcuno disposto a investire nella riqualificazione ambientale dell’impianto. Il bando pubblicato all’inizio di gennaio prevede che entro il 10 febbraio vengano presentate le manifestazioni di interesse, e che l’operazione sia formalizzata entro giugno.
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