Immigrati le occuparono casa. E i cittadini riescono a "ripulirla"

Sgomberata la casa occupata da due stranieri pregiudicati che da imbiamnchini si erano trasformati in occupanti

Immigrati le occuparono casa. E i cittadini riescono a "ripulirla"

Una casa occupata abusivamente. A Thiene due immigrati clandestini pregiudicati chiamati dalla proprietaria di casa come imbianchini si erano trasformati in occupanti. Rendendo la zona un centro di smistamento della droga per il vicentino. Dopo dure battaglie legali e grazie al supporto dei cittadini, la signora finalmente è riuscita a tornare in possesso dei locali: nella mattina di martedì infatti la polizia ha effettuato lo sgombero.

Sgomberata la casa dello scandalo

Tutto nasce a maggio di quest'anno. Quando la signora si rivolge ad un comitato di cittadini "Prima Noi" per ottenere giustizia. La donna aveva provato a entrare nella sua casa ma "mi ha aperto un tizio che ha detto di chiamarsi Adil o qualcosa di simile – aveva raccontato la padrona di casa – sul divano c’era un altro tipo di colore di nome Mohamed. Ho chiesto loro di lasciarmi entrare in casa, ma mi hanno spintonata e scaraventata per terra. Sono finita al pronto soccorso. Ho chiamato i carabinieri. Sono venuti, ma mi hanno detto che non possono fare niente, che la legge impedisce loro di entrare e buttarli fuori. Mi hanno detto che non posso nemmeno cambiare la serratura. Sono due pregiudicati, sono sottoposti all’obbligo di dimora in casa mia. E’ pazzesco". I due occupanti si chiamano Mohamed Bennoune, 45 anni, e Adil Chabab, di 35 anni. In un primo momento si erano detti disposti a pagare un canone di locazione, che però non avevano mai versato.

L'assurdo è che per i due pregiudicati il giudice aveva predisposto l'obbligo di dimora nella casa occupata, perché arrestati dai carabinieri per spaccio di droga. "Dopo l’udienza davanti al giudice per le indagini preliminari, i due sono stati rimessi in libertà con l’applicazione dell’obbligo di dimora nel Comune di Thiene e dell'obbligo di permanenza domiciliare notturna - aveva detto la legale dei due, l'avvocato Anna Sambugaro - Nel provvedimento del giudice, la casa in cui vivono è stata riconosciuta come domicilio per la misura cautelare, anche per stessa ammissione loro. Finché non sarà convocata una nuova udienza dovranno rimanere nell'abitazione per la notte, a meno che non venga chiesto al giudice uno spostamento del domicilio. Cosa che potrebbe risultare complicata considerato il fatto che i miei assistiti vivono in quella casa da un anno".

Finalmente nei giorni scorsi il tribunale di Vicenza aveva disposto l'annullamento dell'obbligo di dimora dell'unico marocchino rimasto ancora nella casa, dopo che il secondo era stato espulso dall'Italia. Il marocchino però non voleva abbandonare l'abitazione. E così la Polizia Locale, la proprietaria, l'avvocato e il comitato "Prima Noi" sono andati a "ripulire" la casa, liberandola dall'occupante abusivo.

Il comitato di cittadini canta vittoria

"Quando siamo stati interessati del problema - ha detto il responsabile di "Prima Noi", Alex Cioni - eravamo di fronte ad un caso complesso per come era maturato e per il tempo trascorso dall'occupazione abusiva, ciò nonostante la nostra determinazione ha contribuito a portare il caso di Tiziana sotto le luci della ribalta nazionale, facendola divenire una storia tipo di ingiustizia e di prevaricazione da parte di soggetti che arrivano in Italia con l'intento di vivere di espedienti infischiandosene del rispetto delle

leggi e del vivere civile. Avere creato un caso giornalistico prima che politico ci ha aiutato a creare attorno ai due abusivi un clima di ostilità, tant'è che uno dei due si è fatto espellere dall'Italia volontariamente".

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