Cronache

Scandalo primari, la Borromeo: "Io operata, il ginocchio mi cede"

Il racconto di Beatrice Borromeo dopo l'inchiesta che ha fatto tremare la sanità lombarda: "L'operazione non era necessaria"

Scandalo primari, la Borromeo: "Io operata, il ginocchio mi cede"

L'inchiesta sulle presunte mazzette e della corruzione che sta investendo la sanità lombarda tocca da vicino anche il mondo dei vip. I procuratori aggiunti Eugenio Fusco e Letizia Mannella, che indagano insieme al Nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza, se lo aspettavano. In fondo i quattro medici finiti ai domiciliari, tra cui il primario del Gaetano Pini, erano dottori di chiara fama.La prima a raccontare di aver subito un'operazione dal primario Giorgio Calori è Beatrice Borromeo, ex modella, giornalista e conduttrice televisiva ora collaboratrice del Fatto Quotidiano.

"Mi ha operato il ginocchio sinistro nel febbraio del 2016 - racconta al Fatto Quotidiano - Dopo una caduta, avevo il ginocchio dolorante. Un dolore sopportabile, ma dopo tre o quattro giorni sono andata a farmi visitare all'Ortopedico Gaetano Pini. Mi è capitato il dottor Calori il quale mi ha detto che avevo il menisco lesionato in due punti e che bisognava operare con assoluta urgenza il giorno stesso. Mi ha spiegato che non c'era posto al Pini, ma che sarebbe riuscito a trovarmi una stanza, a pagamento, alla clinica privata La Madonnina. Ho accettato".

Sia chiaro. L'inchiesta condotta dalla procura, e che ha portato in carcere l'imprenditore Tommaso Brenicci, ai domiciliari quattro medici e il direttore sanitario del Gaetano Pini, riguarda un presunto giro di mazzette e favori. Il sogno di comprare una Maserati, la Vuitton non desiderata. Ma, come scrive oggi il Giornale, nell'ordinanza di custodia cautelare il gip Teresa De Pascale ha acceso un faro su "l'approccio interventista" del primario Giorgio Maria Calori. Tanto da indicare la necessità di un "approfondimento investigativo volto a esaminare una serie di operazioni chirurgiche forzate". Il luminare avrebbe operato pensando al "maggior guadagno piuttosto che la preminente cura del paziente".

È qui che si inserisce il racconto della Borromeo sulla sua operazione. "Come anestesia mi fanno un'epidurale - spiega al Fatto - ma mi vengono le convulsioni. Passano allora all'anestesia totale. In seguito mi diranno che sono intollerante all'epidurale e che non dovrò farla mai più. Esattamente un anno dopo, nascerà mio figlio Stefano: con l'epidurale, senza alcun problema". I dolori continuano anche dopo l'operazione e "durano più di un mese". "Calori mi aveva detto: 'Stia tranquilla, i pazienti che opero io, dopo una settimana sono sugli sci'. Io invece sono stata costretta a girare con due stampelle e con dolori che non passavano mai". Le conseguenze, secondo il racconto della Borromeo, sarebbero gravi. Soprattutto per la gravidanza che sta portando avanti: "Lo stato del mio ginocchio - racconta - mi provoca la dislocazione dell'osso sacro, con il risultato che con il pancione non riesco più a prendere in braccio il mio primo figlio e neppure a fare le scale". E pensare che Calori le aveva proposto anche un nuovo intervento per rimediare a quei dolori che, nonostante la fisioteriapia, non volevano andarsene: "Mi dice di aver fatto un intervento molto conservativo, ma che viste le mie condizioni è necessario fare una nuova operazione - racconta - Io dico di no e scappo".

Dopo aver detto di no al secondo intervento sotto i ferri di Calori, la Borromeo racconta di essersi fatta visitare da diversi medici tra cui il primario dell'ospedale di Monaco. "Non era necessario operare - racconta lei - Chiedono al dottor Calori le analisi e i referti pre e post-operatori. Così scopriamo che prima di operarmi non mi aveva fatto neppure una risonanza magnetica e che i referti erano soltanto un foglietto scritto a mano. Mi dicono anche che le due cicatrici restate sul mio ginocchio dimostrano che chi mi ha operato ha fatto i due tagli nei punti sbagliati

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