L'idea di abolire il canone Rai lanciata dal Pd non convince il mondo della pubblicità. Dopo le ciritche dure espresse dal ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, i dem devono incassare anche il "no" di Lorenzo Sassoli de Bianchi, presidente dell'Upa, associazione degli grandi utenti pubblicitari. In un'intervista a Prima Comunicazione afferma: "La decisione di abolire "la brutta tassa sulla tv", come Renzi chiama il canone, è solo l'ultima delle scelte disastrose che, prima da leader del governo e poi da dietro le quinte come capo del Pd, Renzi ha messo in atto nei confronti del servizio pubblico. Dichiaro subito di credere al valore del servizio pubblico tanto più in un mondo mediatico e della comunicazione sempre più confuso e difficile da interpretare. Un servizio pubblico che va molto valorizzato e migliorato. E sono convinto che i cittadini non siano cosi contrari a pagare per concederselo".
Poi parla dello scenario di un servizio pubblico finanziato solo con gli incassi della pubblicità: "È demenziale pensare di fare della raccolta pubblicitaria la fonte principale delle risorse per la Rai, senza considerare gli effetti che avrebbe sulla
qualità dell'offerta editoriale". Infine sottolinea il ruolo della Rai: "È dei cittadini italiani che pagano il canone e caso mai degli investitori pubblicitari che portano nelle sue casse settecento milioni di euro all'anno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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