Un promotore finanziario di 61 anni con il vizio del gioco ha perso al casinò tutti i risparmi degli investitori: ben 9 milioni e 400 mila euro che ha letteralmente bruciato, oltre che in una casa da gioco, in viaggi, auto di lusso e bella vita. Gli accertamenti della Guardia di Finanza di Forlì, diretti dal pm Filippo Santangelo, si sono conclusi con l’avviso di fine indagini, che porterà al rinvio a giudizio. A marzo l’uomo si era presentato in lacrime in caserma, confessando tutto. Le indagini delle Fiamme gialle di Forlì, dirette dal sostituto procuratore Filippo Santangelo, si sono concluse con la notifica dell’avviso di fine indagini preliminari che porterà al rinvio a giudizio. "Non voglio più tornare a casa", aveva detto V.S. ai finanzieri, "lasciate che resti qui in caserma": troppa la paura mista alla vergogna, grande il rimorso per aver ingannato clienti e amici ed aver nascosto tutto a tutti, moglie compresa: la donna, totalmente ignara della patologia del marito, era stata informata telefonicamente dall’uomo davanti ai finanzieri. Incassati denaro contante, assegni e bonifici, V.S. ingannava i suoi clienti producendo egli stesso la documentazione attestante gli investimenti e falsificando i loghi di note società finanziarie, che poi inviava a mezzo posta ai diretti
interessati. Per carpire la fiducia degli investitori e non destare sospetti, il promotore si recava periodicamente a Milano, dove hanno sede gli istituti bancari e le società di investimento con i quali risultavano sottoscritti i falsi investimenti, appositamente per spedire le rendicontazioni periodiche e rassicurare anche i clienti più diffidenti. Solo i primi "fortunati" investitori sono riusciti a riottenere il capitale e gli interessi maturati, che il promotore riconosceva anche al 20% delle somme investite, al solo fine di alimentare la sua fama ed il passaparola.
Per raggirare la normativa antiriciclaggio, l'indagato aveva escogitato un ingegnoso sistema che gli consentiva di utilizzare i titoli raccolti dagli investitori direttamente nella casa da gioco. A partire dal 2011, il promotore richiedeva ai risparmiatori l'emissione di assegni circolari intestati a due sigle societarie che sono risultate riconducibili al casinò da egli frequentato. Gli investitori accettavano di intestare i propri assegni ad acronimi che, se digitati sui motori di ricerca, riconducevano a società finanziarie, ma erano in realtà le iniziali della casa da gioco dove l'uomo sperperava i titoli. In altri casi il promotore chiedeva di intestare gli assegni a persone fisiche che sono risultati essere dipendenti del casinò stesso. Il valore complessivo dei titoli intestati direttamente alla casa da gioco ammonta a circa 2 milioni di euro.
operazioni sospette per complessivi euro 3.618.400 con una sanzione prevista fino al 40% dello stesso importo.
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