Cronache

Investe e uccide due cugine, ma è già a casa: "Pessimo segnale"

Il pirata della strada bulgaro era in stato di ebbrezza, ma il gip lo ha mandato ai domiciliari con il braccialetto elettronico: "C'è una tendenza in alcuni giudici a non applicare correttamente la legge"

Investe e uccide due cugine, ma è già a casa: "Pessimo segnale"

Sta facendo discutere la tragedia avvenuta a Pordenone, dove un uomo di nazionalità bulgara qualche giorno fa ha investito e provocato la morte di due cugine residenti in provincia di Treviso. Il pirata della strada è stato trovato con un tasso alcolico quasi tre volte oltre il limite consentito e in passato avrebbe già accumulato condanne definitive, di cui una proprio per guida in stato d'ebbrezza. Ma il 61enne, residente da anni in Friuli, al momento non farà ingresso in carcere.

Solo i domiciliari

Il gip di Pordenone ha disposto la misura degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico. Eppure secondo la Procura esisteva il pericolo di fuga in considerazione delle cospicue disponibilità economiche dell'indagato e dei suoi contatti con la Bulgaria, di cui è originario. Una decisione che in molti reputano inferiore rispetto a quella che dovrebbe essere applicata nei confronti di una vicenda di questo genere. Nel corso dell'udienza di convalida l'indagato, in stato di choc, si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Le perplessità

L'avvocato Domenico Musicco, contattato da ilGiornale.it, non ha nascosto il proprio disappunto per la decisione del gip: "C'è una tendenza in alcuni giudici a non applicare correttamente la legge. Da parte di alcuni giudici non c'è la considerazione dell'allarme sociale". Anche perché così si rischia di vanificare una lunga battaglia durata anni: "Ci siamo battuti per anni per avere una legge che tutelasse le vittime, ma ancora oggi dobbiamo assistere a provvedimenti profondamente ingiusti".

Il presidente di Avisl Onlus (Associazione vittime incidenti stradali, sul lavoro e malasanità) parla di "pessimi segnali" e sostiene che non si debba essere eccessivamente indulgenti in questi casi e che si debba invece applicare il massimo della pena. Musicco tiene a precisare di non essere giustizialista, ma allo stesso tempo sottolinea che in determinate occasioni "non si possono fare sconti, si devono dare segnali forti". Il fatto che ci si metta in misura maggiore nei panni dell'imputato piuttosto che in quello della vittima "è un grosso problema culturale".

Anche Luca Zaia ha faticato a comprendere la scelta del gip: il governatore della Regione Veneto, pur nel rispetto dell'autonomia della magistratura, ha fatto notare che così la tragedia "viene vissuta ancora peggio per il fatto che non sia stato preso un provvedimento di custodia cautelare in carcere".

I quesiti che si pongono riguardano anche la sfera privata, visto che i familiari e la cittadinanza si interrogano su quanto sia opportuna la misura degli arresti domiciliari.

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