Poliziotto arrestato ingiustamente e assolto: ora perde anche il lavoro

A 50anni è senza lavoro, dopo aver subito un ingiusto calvario giudiziario. Il Ministero rigetta il reintegro nel posto di lavoro. Ora i suoi legali chiedono che venga risarcito

Poliziotto arrestato ingiustamente e assolto: ora perde anche il lavoro

Dopo aver subito un ingiusto calvario giudiziario, ora gli negano anche il reintegro nel posto di lavoro. E ora, a 50 anni, si trova in mezzo alla strada e va avanti solo grazie all'aiuto di amici e parenti. Il protagonista della triste vicenda è l’ispettore capo della Polizia di Stato Mauro Tavelli, assolto dopo 4 anni di indagini e processi, 399 giorni trascorsi in carcere e un altro di 492 agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Chiuro, in provincia di Sondrio, e delle accuse infamanti da cui difendersi, quelle di violenza sessuale aggravata commessa ai danni di un transessuale trattenuto presso il Cie di via Corelli, concussione sessuale, sfruttamento della prostituzione di alcuni viados, molestie e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Proprio alla questura di Sondrio aveva chiesto di tornare, dove lavorava prima del trasferimento a quella di Milano, in seguito all’apertura di un’inchiesta per presunti rimborsi spese-truffa a suo carico, poi evaporata anch’essa.

La domanda di reintegro non è stata accolta: il Ministero lo ha destituito, in pratica licenziato, adducendo gli stessi fatti per i quali, a livello penale, era stato assolto.

L'incredibile storia è stata riportata da Il Giorno.

Ora i suoi difensori, gli avvocati Fabrizio Consoloni e Nicoletta Manca del Foro di Lecco, chiedono il risarcimento del danno per ingiusta detenzione alla Corte d’Appello di Milano. L’istanza, presentata in questi giorni è contro lo Stato e ammonta a quasi un milione di euro.

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