L’estate è alle porte e con l’arrivo della bella stagione e il mare in buone condizioni si rischia l’ennesima invasione di barconi pieni di “profughi”, pronti a farsi “salvare” dalle navi delle varie ONG europee che attendono di raccoglierli e trasferirli verso i porti italiani.
Il preludio alla “stagione degli sbarchi” è più che eloquente, con oltre mille e cinquecento immigrati recuperati al largo delle coste libiche tra venerdì e sabato. Duemila sbarchi nell’arco di 48 ore. Un dato preoccupante se pensiamo che plausibilmente “il peggio” deve ancora venire.
Nelle prossime ore dovrebbero giungere nei porti siciliani diverse navi tra cui la Sea Watch 3 della omonima ong tedesca che porterà a Messina 452 immigrati recuperati venerdì in tre distinte operazioni; la nave militare spagnola Numancia, dell’operazione Eunavformed, che porterà a Palermo 600 immigrati e la Seefuchs della ong Sea-Eye, che ha preso a bordo 130 persone.
Con gli sbarchi aumenta anche il rischio legato alla sicurezza in un momento in cui la situazione è tutt’altro che tranquilla. Basta pensare all’ultimo caso a Frosinone dove mercoledì scorso un “profugo” nigeriano di 20 anni, tale Godsend Harmony, aveva aggredito impiegati delle Poste e Carabinieri giunti in supporto, massacrando di botte l’appuntato scelto Michele De Filippo. Il nigeriano è stato fermato e subito rilasciato in quanto “richiedente asilo”. Ultima di una serie di aggressioni messe in atto da personaggi arrivati con i barconi che in alcuni casi sono sfociate in stupri e omicidi, come il caso del branco di stupratori a Rimini della scorsa estate, capeggiato da Guerin Butungu o quello del pluriomicida Adam Kabobo nel 2013, o ancora, il caso di Pamela Mastropietro, uccisa e fatta a pezzi lo scorso gennaio a Macerata da un gruppo di “profughi” nigeriani e ancora, il caso dell’agente di Polizia massacrato di botte a inizio maggio su un treno diretto a Lecco per aver difeso il controllore aggredito da uno di loro. Non si può inoltre dimenticare l’omicidio del cittadino bengalese Samsul Haque, ucciso a coltellate da due immigrati clandestini marocchini che avevano precedentemente aggredito e derubato due studentesse straniere.
C’è però un aspetto in particolare, relativo agli sbarchi, che preoccupa e cioè l’infiltrazione con i barconi di jihadisti provenienti dalla Tunisia (così fu con Anis Amri, l’attentatore di Berlino ucciso a Sesto San Giovanni il 23 dicembre 2016), altri jihadisti dalla Libia e da personaggi appartenenti alla mafia nigeriana.
Per quanto riguarda il primo caso, lo scorso ottobre le autorità tunisine hanno concesso l’indulto a circa 1600 detenuti, criminali comuni ma anche soggetti radicalizzati che potrebbero tentare di attraversare il Canale di Sicilia e sbarcare in Italia. In aggiunta vi è il problema delle piccole imbarcazioni “fantasma” con a bordo gruppetti di immigrati, barche che riescono a evitare il controllo dei radar e a raggiungere le cose siciliane e sarde.
Un altro pericolo di non poco conto è quello legato all’arrivo sui barconi di jihadisti fuggiti dai campi di battaglia siriano-iracheni e giunti in Libia e Tunisia, in linea con l’allarme lanciato dalle autorità tunisine a ottobre del 2017.
Non dimentichiamo che dalla Tunisia sono partiti più di 6mila foreign fighters per andare a combattere la jihad in Siria e Iraq, un numero inquietante per un paese di circa 11 milioni di persone e a poche miglia dalle coste italiane.
Un altro fenomeno inquietante è legato alla presenza delle organizzazioni criminali nigeriane nelle città italiane e dedite alla prostituzione, allo spaccio di stupefacenti e al cosiddetto “racket dell’elemosina”. Quest’ultima attività in particolare viene descritta dal reporter Tullio Trapasso, presidente del Comitato Anti-Racket e Abusivismo di Milano, che per lungo tempo ha studiato il fenomeno: “I nigeriani arrivano presso i vari centri profughi sapendo già cosa fare. Quelli che chiedono l’elemosina in città vengono portati e prelevati da furgoni e monovolumi guidati da altri nigeriani, mentre quelli che operano in provincia si muovono con i treni. A circa metà giornata c’è il cambio di turno, con quelli del mattino che vengono sostituiti da altri e a loro volta mandati altrove a fare elemosina. Si posizionano ovunque ci sia giro commerciale, nei presi di negozi, supermercati”.
In quali tasche finiscano i soldi raccolti dai questuanti è ignoto, ma è più che evidente come dietro vi sia un’organizzazione che coordina il tutto. L’arrivo di altri nigeriani rischia di ampliare le attività criminali di queste organizzazioni già ampiamente presenti sul territorio.
Gli sbarchi estivi rischiano dunque di generare ulteriori seri rischi per la situazione legata
alla sicurezza interna al paese Paese, situazione già grave allo stato attuale. In aggiunta l’Italia dovrà affrontare questa “emergenza estiva” senza un governo stabile, momento ideale dunque per un’ennesima “invasione”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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