Coronavirus

In Italia chiudono le scuole. Cosa sta succedendo nel resto del mondo?

Scuole chiuse in tutta Italia, ma anche il resto del mondo è alle prese con l'interruzione delle lezioni che non creano solo disagi, ma anche disuguaglianze sociali come spiega l'Unesco

In Italia chiudono le scuole. Cosa sta succedendo nel resto del mondo?

Chi ha figli può comprenderlo meglio di tutti, ma anche chi non ne ha è perfettamente cosciente della doccia fredda, per non dire gelata, che l’avvento del coronavirus ha portato non solo nel nostro Paese ma in tutto il mondo. Soprattutto poi dopo il decreto che prevede la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado fino al 15 di marzo per evitare la diffusione del virus.

L’organizzazione delle famiglie, oltre che l’economia intera, è sotto una pressione che mai si ricorda a memoria d’uomo. Non pensiamo comunque di essere i soli, anche nel resto del mondo si sono attuate procedure di contenimento nella speranza di bloccare o rallentare il virus che stanno creando disagi, proprio come sta succedendo da noi.

Le parole dell’Unesco

In un lungo articolo pubblicato sul sito dell’Unesco si spiega cosa stia realmente succedendo in tutto il mondo per quanto riguarda l’istruzione. Si legge: "Molti Paesi per contenere la diffusione di COVID-19 stanno interrompendo l'istruzione di 290,5 milioni di studenti in tutto il mondo, una cifra senza precedenti. L’Unesco fornisce un supporto immediato ai Paesi, comprese soluzioni per l'apprendimento a distanza inclusivo".

Entrando più nello specifico, a partire dal 4 marzo, 22 Paesi in tre diversi continenti hanno annunciato o attuato la chiusura delle scuole. La Cina da dove è partito il contagio, stata l'unica nazione a imporre chiusure già dall'inizio del mese di gennaio. Da allora, tredici Paesi hanno chiuso le scuole, con un impatto su 290,5 milioni di bambini e ragazzi che frequentano normalmente le classi primaria e secondaria superiore. Altri nove Paesi hanno implementato chiusure scolastiche localizzate, per prevenire o contenere l'infezione da COVID-19.

Tutto questo ovviamente a livello cautelativo di contenimento del virus, come abbiamo specificato, ma la chiusura delle scuole, anche se temporanea spiega l'Unesco, è problematica per numerosi motivi. Il primo è una riduzione del tempo di istruzione, che influisce sui risultati dell'apprendimento. Quando le scuole chiudono, le prestazioni educative ne risentono. L'interruzione della scolarizzazione porta anche ad altre difficoltà, compresi gli inconvenienti per le famiglie e la riduzione della produttività economica con i genitori costretti a barcamenarsi tra gli obblighi lavorativi e quelli con i propri figli. Le chiusure aggravano anche le disuguaglianze educative: le famiglie economicamente avvantaggiate tendono ad avere livelli di istruzione più elevati e più risorse per colmare le lacune di apprendimento rispetto ai bambini che non possono frequentare la scuola.

Per questo si sta lavorando con urgenza per rispondere al Covid-19, questa crisi sanitaria che senza usare mezze parole sta riguardando l’intero Pianeta. Ecco cosa sta succedendo negli altri Paesi.

Germania:

In questo Paese lo stop delle scuole è a discrezione dei governi locali e dei vari Presidi, anche se a Berlino, soprattutto gli Istituti Internazionali, hanno sospeso le lezioni e si pensa che, da qui a pochi giorni, vista la diffusione veloce del virus e la necessità di bloccare il contagio, seguiranno il loro esempio anche i diversi Istituti Scolastici nazionali. Anche qui ci si interroga basandosi sulla contrazione dell’economia, e le parole del Ministro della Salute Jens Spahn su questo tema non sono rassicuranti: “Ci sarà sempre la questione di trovare il giusto equilibrio, da un lato tra le restrizioni necessarie per contenere il virus, e dall'altro la nostra vita quotidiana, che deve continuare. Una cosa è certa, il picco della diffusione non è ancora stato raggiunto

Francia:

Al momento l’Eliseo non intende chiudere scuole e università. "Qualunque sia lo scenario non è previsto di chiudere le scuole e le università", ha detto il ministro francese dell'Istruzione, Jean-Michel Blanquer, intervistato ai microfoni di BFMTV, ma ha promesso 14 giorni di congedo retribuito per malattia ai genitori di bambini che devono autoisolarsi, se non hanno altra scelta che guardare i propri figli.

Inghilterra:

Tre scuole inglesi erano state chiuse per sanificazione per la presenza di studenti provenienti dall’italia. Provvedimento questo che ha fatto infuriare la nostra ambasciata a Londra, che ha preteso scuse ufficiali poi arrivate. In una lunga lettera si legge: “Le scuole saranno chiuse per due giorni e riaprianno lunedì prossimo (il 2 marzo scorso, ndr), si tratta solo di una misura precauzionale per la sicurezza e la salute di studenti e personale scolastico. Non ci sono casi confermati di Coronavirus nelle nostre scuole e non sospettiamo ci siano sintomi. Vogliamo scusarci per il disagio causato alle famiglie dei nostri studenti, ma vi chiediamo di portare pazienza in questo momento delicato e vi ringraziamo in anticipo per la vostra comprensione e collaborazione. Ci scusiamo per le parole scelte nella prima lettera ufficiale, non era nostra intenzione offendere nessuno”.

Cina:

Fino a poche settimane fa, la Cina dove è iniziata l’epidemia, era l’unico paese a sospendere le lezioni che sono tutt’ora ferme. Si prevede una riapertura per la fine di marzo, ma anche questa è una data approssimativa che potrebbe subite variazioni, anche se in questo paese viste le misure di chiusura il virus sta rallentando.

Usa:

La costa occidentale degli Stati Uniti, è la regione con più infezioni. Los Angeles ha dichiarato lo stato di emergenza mercoledì, consigliando ai genitori di prepararsi per la chiusura delle scuole nel secondo distretto scolastico pubblico più grande della nazione. Lo Stato di Washington, che ha riportato almeno 10 morti per l'epidemia, ha chiuso alcune scuole, mentre dall'altra parte del paese a New York, nuovi casi hanno portato alla chiusura di diverse scuole.

Gli altri paesi:

Ferme le lezioni anche in Corea del Sud, Iran, Giappone, Pakistan. In India a Nuova Delhi tutte le scuole pubbliche e private sono state chiuse fino alla fine di marzo.

Ovunque nel mondo i funzionari scolatici e governativi hanno cercato di fare in modo che i bambini e i ragazzi, non rimanessero indietro. In Italia la Rai ha messo a disposizione molti contenuti così come il Ministero dell’Istruzione. In Mongolia le stazioni televisive stanno trasmettendo lezioni, mentre il governo iraniano ha reso gratuiti tutti i contenuti Internet per tutti i bambini.

Si è arrivati anche a fare educazione fisica online: è successo in una scuola di Hong Kong che richiede agli studenti - in uniforme da palestra - di fare lezione, con un'insegnante via web. La realtà offline, tuttavia, è impegnativa. Ostacoli tecnologici e inevitabili distrazioni insorgono quando bambini e adolescenti vengono lasciati a gestire da soli gli impegni. Può far sorridere ad esempio cosa è successo ad una studentessa cinese di 17 anni che frequenta le scuole superiori ad Hong Kong che è stata ripresa perchè arrivata ripetutamente in ritardo alle lezioni online perché la sua connessione internet era lenta.

Oppure post sui social media cinesi che mostrano insegnanti e studenti che si arrampicano sui tetti alla ricerca di un segnale internet più forte in ultimo, una rivista cinese racconta di una famiglia della Mongolia che ha impacchettato la sua yurta ed è emigrata altrove nelle praterie per trovare una migliore connessione web.

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