Carlo Rovelli, da lontano, non sembra simpatico. Se però ti ritrovi a navigare nelle sue avventure ti accorgi quanto sia dolce naufragare nello spaziotempo. Ora Foreign Policy, una rivista americana, lo indica tra i cento pensatori più influenti al mondo. Rovelli non pensava, quando ha iniziato a scrivere La realtà non è come ci appare (Cortina) e poi Sette brevi lezioni di fisica e L'ordine del tempo (Adelphi), di firmare libri che si vendono negli autogrill. Non era per nulla scontato. Gli italiani leggono poco, di scienza ancora meno, eppure è come se in questi anni veloci e rancorosi fosse tornato in qualcuno di desiderio di farsi domande. Quelle che stanno lì, da sempre, le stesse (...)
( ...) di Talete e Anassimandro, che ti salgono su quando ti ritrovi di notte, più o meno sobrio, a guardare le stesse: chi siamo, cosa c'è oltre l'ultimo orizzonte, che ci faccio qui? Le risposte non saranno mai definitive, perché gli scienziati non sono profeti, preti, predicatori e neppure sciamani. È gente che va avanti per teorie ed errori e non c'è nulla di più tragico di una idea demolita dai bruti fatti.
Rovelli non immaginava neppure di finire su Foreign Policy, un bimestrale nato per svelare la geopolitica, fondato da Samuel Huntington, il politologo che ha teorizzato, in polemica con la fine della storia di Francis Fukuyama, la «guerra di civiltà». Solo che questa rivista di affari esteri ogni anno si diverte a scovare i maestri del pensiero, delle arti e della politica dispersi sulle strade del mondo. Tra questi, appunto, c'è lui e, da italiani, c'è da esserne orgogliosi. Rovelli, chiaramente, non scrive soltanto libri di successo. Lavora ad Aix-Marseille, in Francia, dove si occupa di gravità quantistica. È uno dei luoghi dove si sta cercando di capire perché le leggi di Einstein e quelle di Heisenberg non vanno tanto d'accordo. È una storia che viene da molto lontano, dai tempi di Parmenide ed Eraclito. È una questione che tira in ballo la materia oscura e i buchi neri e per dirla in modo rozzo c'è un problema di massa, parecchia massa, che non si trova. Qualcuno potrebbe anche dire: chi se ne frega. Solo che le teorie ti cambiano lo sguardo sul mondo: non è la stessa cosa se guardi il sole con gli occhi di Tolomeo o con quelli di Copernico.
Ora la relatività e la meccanica quantistica sono tutte e due verosimili, solo che non si incontrano. Non è un problema da poco, perché ai confini dell'universo Dio, se esiste, non gioca a dadi, mentre laggiù, nell'infinito e piccolo mondo dei quanti e dei bosoni ci gioca, ma di nascosto.
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