Coronavirus

Ecco qual è l'anticorpo "bomba" che può fermare l'incubo Covid

La scoperta è dell’Università di Utrecht. Si chiama "47D11”. Tra poco inizierà la sperimentazione sull’uomo

Ecco qual è l'anticorpo "bomba" che può fermare l'incubo Covid

Forse un anticorpo riuscirà a neutralizzare il Covid-19. La scoperta è da attribuire all’Università di Utrecht e tra non molto potrebbero iniziare i test sull’uomo. Come riportato da Il Fatto Quotidiano, l’anticorpo in questione, che è stato chiamato 47D11, racchiude in sé due caratteristiche che negli anticorpi prodotti dai pazienti guariti dal coronavirus non sono state riscontrate. Intanto è monoclonale, e ciò significa che è ripetibile all’infinito. E, cosa ancora più importante, è neutralizzante, ovvero riesce a centrare SarsCov2 e a fermare lo sviluppo dell’infezione in corso. Nella giornata di ieri questo studio forse rivoluzionario, effettuato dall’Università di Utrecth, Erasmus Medical Center e Harbour BioMed, è stato pubblicato su Nature Comunications. Sono già alcune settimane che se ne parla, il report era infatti stato messo a metà marzo sulla piattaforma Biorxiv.

Una strada più veloce del vaccino

La professoressa Maria Rita Gismondo dell'ospedale Sacco di Milano aveva ai tempi confermato la notizia. Ieri la Gismondo ha sottolineato che “questa è la strada più veloce per colpire Covid-19, sicuramente più rapida del vaccino. E visto che l'anticorpo ha già tutte le caratteristiche, immagino che a breve potrà iniziare la sperimentazione sull'uomo”. Il compito di 47D11 è quello di colpire il virus nelle parti che servono per aver accesso alle cellule umane ed entrare quindi nell’organismo. Stiamo parlando delle ormai conosciute proteine Spikes, quelle cioè che sono situate nella parte esterna del patogeno e aiutano il virus a sviluppare l’infezione. Le proteine S-Spikes si dividono in due tipi: la S1 e la S2. La prima porta il virus a farsi largo nelle cellule grazie all’enzima Ace2. La seconda invece aiuta il nuovo coronavirus a unirsi alla membrana cellulare. E qui entra in gioco 47D11 che colpisce proprio la proteina S1 andando a bloccare lo sviluppo dell’infezione.

Come riportato nello studio: “Questo è il primo rapporto di un anticorpo monoclonale (umano) che neutralizza la SarsCov2. 47D11 sarà utile per lo sviluppo di test di rilevazione dell'antigene e test sierologici mirati. Gli anticorpi neutralizzanti possono alterare il decorso dell'infezione nell'ospite infetto a supporto della eliminazione del virus, o proteggere un ospite non infetto esposto al virus". Grazie a questo anticorpo si potrà prevenire e curare il Covid-19. Ma non solo, essendo ripetibile all’infinito, forse servirà anche per combattere altre malattie future, sempre appartenenti alla famiglia dei coronavirus. Ma come funziona? Si inietta nell’organismo un siero con al suo interno l’anticorpo. E non, come avviene nei vaccini, parte del virus in modo che venga stimolata la produzione di anticorpi. Meglio ancora della ricerca riguardante gli anticorpi naturali presenti nel corpo umano, che secondo uno studio cinese tutti avremmo. Su questi però ci sono molte domande ancora prive di risposta.

A breve i test sull'uomo

Berend Jan Bosch, professore associato all' Università di Utrecht e responsabile dello studio su Nature ha spiegato che “questa ricerca si basa sul lavoro svolto in passato dai nostri gruppi sugli anticorpi destinati alla SarsCov emersa nel 2003. Usando questa raccolta di anticorpi SarsCov abbiamo identificato un anticorpo che neutralizza anche l' infezione di SarsCov2 nelle cellule in coltura”. Inizialmente gli scienziati hanno dato origine a 51 colture di cellule ricavate dai topi con aggiunta di cellule umane, arrivando alla produzione di anticorpi chimera per la proteina S. Questo anticorpo ha subito poi un’altra modifica per poter ricavarne una versione adatta all’uomo. A breve si potranno iniziare i test sull’uomo. Insomma, i ricercatori stanno lavorando assiduamente per riuscire a sconfiggere il virus. Solo di ieri la notizia che un vaccino tutto italiano possa bloccare il nuovo coronavirus.

Anche questo è ripetibile nel tempo.

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