Sconosciuti da una vita. Epperò abbracciati. L'amore è quella cosa che non ha nome, non ha età, non ha memoria, a volte non ha senso se non quello di bastare a se stesso. Lo è ancora di più per chi ha perso la bussola della propria vita e non sa più dove sia il proprio Nord né è interessato a incamminarsi verso qualunque direzione. Phyllis Feener ha 58 anni. Nel 2012, quando ne aveva 52, le fu diagnosticata una demenza giovanile. Tutto iniziò con degli abissi della memoria, dei blackout improvvisi e scurissimi che lei inizialmente aveva attribuito alla menopausa.
È difficile immaginare che cosa sia vivere con una persona affetta da demenza. La memoria che sparisce, il pensiero astratto che evapora, la coscienza di sé inibita, il linguaggio che si semplifica e si rarefà, le sole funzioni vitali che sopravvivono come se appartenessero a una bestiola e non a un essere umano.
Una trasformazione dolorosa in qualcos'altro. Questo è avvenuto a Phyllis. Ma lei ha un marito che si chiama Stan Taylor e che ha trascorso accanto a lei trentaquattro anni, gli ultimi consacrati solo a darle quello che a lei serve per stare meglio e senza in cambio la moneta di una gratitudine che per manifestarsi ha bisogno di consapevolezza.
Ma questo a Stan non importa. Lui ha iniziato a lavorare a casa per poterle stare accanto. Ha creato un mondo di attenzioni, una nuvola in cui Phyllis può vivere serena, lei che non ha più radici e ogni soffio di vento la solleva da terra.
Ha creato una pagina su GoFundMe, una piattaforma di crowdfunding con cui raccoglie i soldi per dare a Phyllis la sicurezza di un futuro per quanto breve possa essere (e questo nessuno lo sa).
Fino a ieri però la storia d'amore e di smemoratezza tra Phyllis e Stan era racchiusa nel cerchio della famiglie e delle poche amicizie che una vita del genere può consentire.
Poi la figlia Kelly ha scattato ai due genitori una foto e l'ha condivisa su twitter come facciamo a volte con le immagini che riteniamo importanti e che spesso emozionano solo noi. Ma stavolta non è andata così e il mondo è entrato nel salotto della famiglia Taylor in punta di piedi.
La foto potrebbe intitolarsi «L'amore ai tempi della demenza». Ritrae Phyllis e Stan seduti assieme su una grande poltrona di pelle nera, vecchia, con un plaid colorato a coprire la testiera, come in certi salotti gozzaniani.
Si sente l'odore di pantofole, moquette e biscotti al cioccolato. Phyllis è accoccolata tra le braccia del suo grande Stan, con gli occhi chiusi dietro gli occhiali da miope, la mano con le unghie laccate di rosso, indizio di una femminilità che non si arrende, deposta sulla polo azzurra del marito. Che guarda in macchina con lo sguardo di chi è stato sorpreso con le dita dentro il barattolo dell'intimità. «Mio papà si prende cura di lei tutto il tempo - scrive Kelly -. Lei non sempre ricorda il nome di lui, ma sa bene che è al sicuro quando è con lui. Se questo non è vero amore, non so quale sia».
La foto aveva avuto alle 18 di ieri oltre 623mila «like» e 120mila «retweet».
Perdere la memoria è un viaggio non così angosciante se il capolinea è un abbraccio.
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