Per Facebook lavorano circa 10mila moderatori che hanno l’importante e duro compito di bloccare la pubblicazione di post violenti e immagini orride, e dunque totalmente al di fuori degli standard imposti dal social network.
Contenuti spesso e volentieri violenti e choccanti, che possono variare dalle foto di cadaveri agli scatti e ai video di nudo, passando per atti di (auto)lesionismo e rapporti sessuali di ogni tipo. Insomma, è tutto fuorché un mestiere semplice. Che, secondo un’ex moderatrice non gode di un’adeguata assistenza psicologica. Tanto da spingere il suo avvocato a pensare di far partire una class action contro il colosso di Marc Zuckerberg, "colpevole" di non fornire il giusto sostegno mentale ai propri dipendenti impiegati in questa delicatissima mansione.
Fb, comunque, ha preso posizione e Korey Nelson, direttrice delle comunicazioni corporate, ha così parlato alla Reuters: "Stiamo esaminando la causa.
Riconosciamo che spesso questo lavoro può essere difficile; per questo il supporto ai nostri moderatori di contenuti è una cosa che prendiamo incredibilmente sul serio. Lo facciamo assicurandoci che ogni persona che controlla i contenuti che circolano su Facebook possa godere di supporto psicologico orientato al proprio benessere".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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