Non bastano i politici e i personaggi famosi a "sfruttare" i migranti per farsi lo spot. Ora arriva pure la moda.
Nella settimana dedicata alle sfilate, a Milano il tema immigrazione viene portato persino in passerella da Stella Jean, stilista di origini haitiane che si è ispirata ai flussi migratori per i suoi vestiti.
"La collezione segna la mappa geografica delle tappe dell’esodo dei migranti italiani e non solo", recita il comunicato, "In tutto 33 styling-mosaico che evocano gli scali che per molti hanno rappresentato un riscatto. Il porto di partenza è l’Italia con la sua abilità sartoriale, Poi il Sud America, sintetizzato in un asse ideale tra Atlantico e Pacifico. Argentina e Brasile nelle balze a carioca multicolore, nei volant di rafia e negli ampi gonnelloni che fanno tanto Bahia. Le Ande si ritrovano nel caratteristico porte-enfant artigianale che diventa una mantella, ma anche nelle scene dipinte e ricamate a mano delle donne che indossano la peculiare bombetta, dai grandi colli ricamati, casacche rigate, gonne ad anfora annodate. Nello stereotipo statunitense domina la componente maschile ed ecco dunque il bomber college, le camicie over da cowboy.
A simboleggiare l’emigrazione italiana attuale, i trench e le camicie da uomo bacchettate, prese a prestito dagli artigiani di Savile Row. In una Londra emblema della attuale fuga dei migranti italiani. Ieri Ellis Island e oggi Gatwich".Non si starà un po' esagerando con la strumentalizzazione sulla pelle dei profughi?
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