Momenti di forte commozione si sono vissuti durante la visita di Papa Francesco nel tendone del campo profughi di Moria quando un giovane rifugiato di origine asiatica si è gettato ai piedi del Pontefice piangendo.
"Thanks God, thanks God" (Grazie Dio, grazie Dio), ha cominciato a gridare il giovane, sempre più agitato e in evidenti condizioni di dolore e di angoscia. "Father bless me. Father bless me!" (Padre mi benedica!), ha invocato con forza ancora al Papa chinandosi sempre di più, mentre intorno in pochi, compreso il Pontefice, riuscivano a trattenere l'emozione. Bergoglio lo ha benedetto, accarezzato e tranquillizzato. Poi, piano piano, il giovane ha riacquistato uno stato di maggiore serenità, incoraggiato e tranquillizzato dai presenti. Un altro rifugiato ha chiesto al Papa un segno della sua visita, un oggetto che testimoniasse la sua benedizione, e Francesco gli ha consegnato un rosario. Diversi i profughi che, al passaggio del Papa, si chinano ai suoi piedi e scoppiano in pianto raccontando le loro storie di sofferenza.
Tanti i bambini presenti al Campo profughi di Moria. Il pontefice si ferma a lungo a parlare e sorridere con tutti quelli che può. Ad un piccolo che gli porgeva un disegno ha chiesto spiegazioni sui soggetti ritratti: "Questi due siamo io e te?", ha chiesto il Papa. E il bambino contento ha annuito.
"Mi raccomando, bisogna conservarlo, che non si perda, lo voglio sulla mia scrivania", dice ai suoi collaboratori consegnandogli i disegni, "È quello che hanno visto?", chiede Francesco al sacerdote e agli operatori che gli fanno da interpreti. Poi, sempre al suo staff, a proposito dei disegni: "Questi vorrei farli vedere sull'aereo, durante la conferenza stampa".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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