Cronache

La Sardina perde il controllo. Ora insulta Berlusconi

La sardina all'attacco di Berlusconi: si erige a rappresentante di un'intera generazione (e sbaglia)

La Sardina perde il controllo. Ora insulta Berlusconi

Domanda: è “troglodita” chi ha governato l’Italia per quasi 10 anni, vinto le elezioni tre volte, conquistato milioni di voti degli italiani; oppure chi fa un’analisi politica “primitiva, rozza e molto arretrata sul piano culturale”? Noi un’idea ce l’abbiamo. Mattia Santori oggi s’è risvegliato dall’angolino in cui l’ha rifilato il Pd dopo averlo sfruttato alle elezioni bolognesi (nessun assessorato, solo un incarico di secondo piano) per rispolverare il vecchio cavallo di battaglia di una sinistra alla disperata ricerca di contenuti: l’antiberlusconismo. Proprio quando il Cavaliere è in corsa per il Quirinale, sardine e popolo viola rispuntano come funghi antiquati ossessionati dal “nemico pubblico numero 1”. E tornano ad un vecchio sport molto praticato in passato: l’insulto.

“Ho 34 anni e la maggior parte della mia vita l’ho condivisa, mio malgrado, con il troglodita che vedete qui sotto”, ha scritto oggi la sardina in chief su Facebook. In allegato, ca va sans dire, l’immagine di Berlusconi assieme a Obama e la moglie Michelle. L’occasione è quella di annunciare la partecipazione delle sarde alla manifestazione anti-Cav convocata domenica a Roma per dire che “ci fa schifo che la politica di oggi non abbia niente di meglio da offrire che un ritorno ad un passato che speravamo chiuso per sempre”.

Per spiegare la sua avversione - legittima - a Berlusconi, Santori s’inerpica in una rozza (appunto) analisi politica. Ricorda quando il Cav scese in campo, ma soprattutto si erige a simbolo di un’intera “generazione” che sarebbe stata sconvolta dall’attività politica di Forza Italia. A sostegno della sua tesi porta “le politiche economiche che ci portarono sull’orlo del baratro nel 2008”, le azioni fiscali che “fecero aumentare la percezione dello ‘stato ladro’” (percezione?), la “Fini-Giovanardi che equiparò le droghe leggere e quelle pesanti”, la Bossi-Fini che favorì la clandestinità, il G8 del 2001 che “decretò l’interruzione dei diritti civili". E poi la sempreverde storia della mafia, così pure Travaglio sarà contento.

Il punto è che Santori deve aver vissuto in un mondo parallelo. La sardina e chi scrive sono coetanei, e non è vero che tutti considerano l’esperienza politica di Berlusconi “un disastro”. Non solo perché, altrimenti, non si spiegherebbe per quale motivo dopo quasi 30 anni di politica non sia ancora finito nel dimenticatoio come i suoi rivali di un tempo (Ochetto, Prodi, Di Pietro ecc ecc). Ma anche perché una larga fetta della “generazione” cui appartiene Santori non la pensa affatto come lui. Giovani che non hanno affatto provato “vergogna” viaggiando per l’Europa sapendo Berlusconi a Palazzo Chigi. Ragazzi in grado di capire che nel 2008 in Italia arrivarono gli effetti della “Grande recessione”, nata in America e diffusasi al mondo intero, e non fu certo scatenata dal governo Berlusconi. Gente che preferisce l’abolizione della tassa sulla prima casa ai pacchetti di imposte partoriti da Prodi e Visco. Contribuenti convinti che il 42,8% di tassazione sia eccessiva. Elettori che non vogliono la cannabis libera, l’immigrazione incontrollata o una magistratura per come sta emergendo dagli scandali di questi anni. Persone, insomma, in grado di condannare gli errori della polizia, ma che provano orrore nel santificare chi cercava di spaccare la testa a un carabiniere con un estintore.

Quindi Santori manifesti pure col popolo viola. Si culli se vuole nei suoi fantasmi. Ma eviti di elevarsi a rappresentante di un’intera generazione. Berlusconi non è stato il male assoluto, ha commesso errori come ognuno di noi, ma non è stato “un disastro per tutti”. Dunque la sardina parli per sé e per i suoi pesciolini. E la prossima volta, magari, rilegga meglio ciò che scrive. Nel parlare del “conflitto di interessi” e dello strapotere mediatico, cita infatti “il contratto con gli italiani”: bene, ci duole fargli presente che quel contratto venne firmato negli studi di Bruno Vespa. Su Rai1, tv di Stato. E la storia della Merkel “culona”? Una fake news. Quindi si metta l’anima in pace.

Che “troglodita” è solo chi legge la storia con gli occhi dell’ideologia.

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