Lavorare in pochi, per sfamare tutti. Il futuro secondo Beppe Grillo non è un'utopia. È qualcosa che assomiglia alla fine del capitalismo, un viaggio al termine della notte della civiltà occidentale, con lo Stato mondiale come ultima prospettiva. Tutto questo non è in un saggio di filosofia politica e neppure in un romanzo distopico. È quello che scrive nel suo blog e in fondo vale la pena ragionarci su.
Grillo parte dal lavoro, che per gli umani sarà sempre di meno, perché sostituiti dalle macchine, autonome, indipendenti, qualche volta con il volto che ci rassomiglia come quello degli automi. Ma se non c'è più il modo di guadagnarsi il pane con il sudore della fronte, chi compra e chi spende? È l'ultima stazione, prima del comunismo, della profezia di Marx. Il crollo dell'era del lavoro, dei consumi e del profitto. Grillo cita il caso delle auto senza conducente, che sono già qui e presto saranno quasi perfette, e toglieranno il lavoro di tassisti e camionisti. Lo stesso si può dire per commesse, barman e tutta una serie di professioni legate al settore dei servizi, o per le badanti e la cura delle persone. Come si sa i giornalisti invece sono già morti. La reazione a tutto questo sarà un nuovo luddismo, la rivolta dei salariati contro le macchine, come sta accadendo in Arizona per le driverless car di Waymo. L'orizzonte è un destino di miseria. Che fare?
La risposta, quasi ineluttabile, di Grillo è lo Stato. Il grande Stato che a tutti pensa e a tutti provvede con il reddito universale. «Il futuro sarà fatto di apprendimento, insegnamento e tempo libero». Lo Stato penserà alla nostra sopravvivenza, così potremo finalmente coltivare i nostri talenti. Messa così sembra davvero il paradiso, ma in questa visione c'è un baco, un punto oscuro. Grillo ha frequentato a lungo Fabrizio De André e di certo ne conosce la vocazione anarchica, in particolare per l'individualismo di Max Stirner. Se lo Stato ti campa, se lo Stato ha in mano le nostre vite, chi non è d'accordo con lo Stato che fine fa? È diseredato? O eliminato per il bene di tutti?
È questo il dazio da pagare e per qualcuno non è solo altissimo. È tutto. Il prezzo della sicurezza, non solo economica, è la libertà dell'io.
Ti diranno che il tuo è egoismo e il reddito universale è solidarietà e giustizia, ed avrà come bandiera la frase: «Ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni». Ma chi fissa capacità e bisogni? Lo Stato. Che potrebbe decidere di sfinirti per soddisfare i bisogni di qualcun altro. No, grazie. La libertà non vale il pane di Stato. È uno scambio disumano.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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