Sarebbero due i migranti uccisi a Khoms, località ad est di Tripoli, nella scorsa notte: a renderlo noto è stata l'Organizzazione Internazionale per i Migranti (Oim), che ha accusato le forze libiche di aver attaccato alcuni migranti appena riportati nel Paese nordafricano dopo essere stati intercettati.
Tutto sarebbe avvenuto in piena notte: in particolare, sembra che una motovedetta della Guardia Costiera libica ha intercettato un barcone con diverse persone a bordo a poche miglia dalla costa libica. Si trattava verosimilmente di una delle tante imbarcazioni che in queste settimane sono salpate dalla Tripolitania per dirigersi verso l'Italia.
Questa volta però, per l'appunto, le autorità locali avrebbero raggiunto il mezzo obbligando i migranti a rientrare nel porto di partenza. Una volta giunti a Khoms, cittadina da cui il mezzo era salpato, le forze di sicurezza libiche avrebbero quindi aperto il fuoco. Questo perché, stando a quanto riportato dall'Oim, i migranti avrebbero provato a dileguarsi non appena il loro mezzo ha toccato terra.
Two Sudanese migrants were killed in a shooting in Libya last night, after being returned to shore.
— IOM - UN Migration (@UNmigration) July 28, 2020
IOM deplores this senseless violence and reiterates its appeal for urgent action to end the return of vulnerable people to Libya: https://t.co/pOsq00sQqH pic.twitter.com/zMmYagXGNw
La sparatoria è stata fitta ed intensa ed ha lasciato sul campo almeno 5 feriti, sempre secondo il racconto dell'Agenzia Onu che si occupa dei migranti. Due di loro sarebbero morti poco dopo in ospedale, lì dove erano stati portati assieme agli altri feriti. Le vittime erano probabilmente cittadini di origine sudanese, giunti in Libia diversi mesi prima e salpati assieme agli altri migranti tra la giornata di domenica e lunedì.
Nel denunciare l'accaduto, l'Oim ha ribadito anche la pericolosità della situazione in Libia per i migranti: “La Libia non è un porto sicuro – si legge in una nota – l'Unione Europea e la comunità internazionale agiscano affinché con urgenza si possano fermare i ritorni in Libia di persone vulnerabili".
"È necessario mettere in atto uno sistema alternativo – prosegue la nota dell'Oim – che permetta che le persone soccorse o intercettate in mare siano portate in porti sicuri. È altresì necessario che ci sia una maggiore solidarietà tra gli Stati europei e gli Stati mediterranei che si trovano in prima linea".
Il fatto non mancherà di far discutere. Del resto il dibattito sui rapporti con la Guardia Costiera libica in Europa, ed in particolar modo in Italia, appare molto intenso. Ci si divide, nello specifico, tra chi sottolinea la necessità di avere relazioni di collaborazione con le autorità preposte di Tripoli e chi invece, dall'altro lato, preme per interrompere ogni rapporto in quanto la Libia non può garantire idonee condizioni di accoglienza ai migranti e non offre certezze nemmeno sul lato relativo al rispetto dei diritti umani.
Un dibattito che è stato molto acceso soprattutto a novembre, quando l'Italia ha rinnovato per altri tre anni il memorandum con la Libia siglato nel 2017 e che prevede, tra le altre cose, finanziamento ed addestramento da parte delle autorità italiane a quelle
libiche. In seno all'attuale maggioranza non erano poche le forze che volevano l'interruzione del memorandum, considerato come uno strumento con il quale Roma ignora le condizioni di vita dei migranti al di là del Mediterraneo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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