Cronache

Milano, inferno per i disabili. Pisapia dimentica i più deboli

La testimonianza scioccante di un giovane disabile che prova a percorrere il centro di Milano con la sua sedia a rotelle

Milano, inferno per i disabili. Pisapia dimentica i più deboli

Questa è la vergogna di una città internazionale. L'Assessore regionale Mario Melazzini percorre qualche marciapiede a bordo della sua carrozzina elettrica e lancia la sua accusa contro il sindaco di Milano, definendo la città "inaccessibile" alle persone disabili.

A riprova di questo abbiamo fatto un esperimento con un ragazzo disabile partendo dal centro della città. Lui si vede "soffiare" il parcheggio da un suv e si sente rispondere "Sto qui, faccio veloce"; non riesce a prendere la metropolitana in Piazza Duomo perché l'unico ascensore è fuori servizio; è costretto a viaggiare sulla strada, in contromano rischiando la vita nel traffico; entra in un bar in Galleria Vittorio Emanuele e non riesce neppure a fare i bisogni per lo squallore e le norme igieniche improponibili; scopre che dal centro di Milano partono solo due tram attrezzati per la salita dei disabili. Non basta. La gente se ne frega della sedia a rotelle, non si sposta e quello che si deve spostare sei tu, disabile. Alessio Tavecchio, campione di nuoto alle Olimpiadi di Atlanta 1996, oggi è su una sedia a rotelle a causa di un banale incidente accaduto proprio a Milano: "Ho preso una buca per lavori in corso non segnalata a 50 km all'ora in sella alla mia moto".

Da quel giorno ha fatto della sua disgrazia una rinascita, è un uomo nuovo che ama emozionare e far capire il vero valore della vita portando nelle scuole la sua esperienza.



Mentre Alessio scende dall'auto con tutte le manovre e le difficoltà del caso, ci accorgiamo che accanto a noi si è parcheggiato di traverso un suv bianco occupando ben due posti. Rimaniamo di sasso a fissare il conducente e aspettiamo. È un signore grande e grosso, che cammina con le sue gambe ed è privo di pass. Ci avviciniamo per fargli notare dove e come ha parcheggiato: "Sto aspettando degli accrediti, faccio veloce..." - ci risponde affannato. Gli facciamo notare che oltre a non poter parcheggiare sul parcheggio per disabili ha occupato gli unici due posti rimasti. Niente da fare...gli accrediti tardano ad arrivare e lui si parcheggia meglio occupandone solo uno. "Che cane!" - commenta Alessio.


Siamo fiduciosi, forse è un caso isolato, forse siamo noi che cerchiamo a tutti i costi di trovare qualcosa che non va. Intanto a causa dei gradini alti siamo costretti a scorrazzare lungo la strada, e riusciamo a salire solo quando vediamo una salita. Alessio si dà una bella spinta, sorride e riesce a salire. Eppure lui è uno che ce la fa. Proseguiamo fino in piazza San Fedele dove iniziamo a incontrare i "sampietrini" come li chiama lui, è costretto ad impennare per attraversarli, accollandosi il rischio di cadere. Alessio si aiuta solo ed esclusivamente con la forza delle braccia e strada facendo ci sentiamo osservati: "Per fortuna oggi le persone non ti guardano più con gli occhi sgranati come se fossi un alieno, anche se qualche mamma al mio passaggio copre ancora gli occhi al figlio dicendogli di non guardare quelle cose...".


Finalmente arriviamo nella famosa Galleria Vittorio Emanuele dove, per fortuna, le attività commerciali sono tutte accessibili, nessun gradino all'ingresso, pavimentazione liscia e omogenea. E se provassimo ad entrare in qualche bar di lusso chiedendo di accedere al bagno? Detto fatto. Entriamo in uno dei bar-ristorante più esclusivi e di lusso, consumiamo un paio di caffè e chiediamo di andare in bagno. Ovviamente l'ingresso è sul retro, sul pavè, e con una porta in ferro battuto pesante e arrugginito. Aiuto Alessio ad entrare nel bagno impennando a causa di un gradino e poi lo lascio solo a filmare quello che trova.


Il bagno è decisamente improponibile, Alessio rimane sconvolto ed esce bussando la porta chiedendomi di aiutarlo a uscire. "Indecente, non mi sarei mai appoggiato!" commenta. Dalla Galleria sbuchiamo finalmente in piazza Duomo gremita di turisti in una giornata di sole splendido. Ci dirigiamo verso la metropolitana: nessuna è attrezzata di pedana per far scendere la carrozzina manuale di Alessio. In lontananza vediamo la camionetta dei vigili e chiediamo aiuto. Pensate che in tutta piazza Duomo c'è un solo ascensore sotto la galleria che assicura l'accesso facilitato. Talmente facilitato che appena la troviamo rimaniamo "fregati": è fuori servizio. Dietro di noi anche una mamma con il figlio in carrozzina deve salire. Niente da fare, l'ascensore più vicino è a Cadorna oppure a Loreto. Rinunciamo a prendere la metropolitana e proviamo a proseguire attraversando la piazza a caccia di un tram.



Alessio è davvero spericolato, rimane sempre sulla strada perché sui marciapiedi non riesce a salire, ci ritroviamo in contromano nel bel mezzo del traffico milanese: taxi, auto di grossa cilindrata, furgoni che sembrano venirci addosso, eppure Alessio mi tranquillizza dicendo: "Sonia, è normale, guarda che mi vedono!". Impenna la sedia a rotelle sul porfido, passa sopra le rotaie del tram, con una bella spinta sale sui marciapiedi e sempre impennando con cautela fa un saltino e scende. Mi fa credere che con un po' di allenamente tutto è possibile, ma se ha deciso di girare in macchina un motivo ci sarà. Decidiamo di prendere un tram, che dovrebbero avere la pedana per far salire i disabili. Pensate che dal Duomo passano solo due tram attrezzati, il Sirietto numero 27 e il 15. Parola del conducente:"Per adesso è così". Ci fa salire e ci spiega come fare nel caso in cui un disabile dovesse spostarsi in autonomia. Sono ancora sprovvisti di pedana tutti i tram arancioni, quelli storici, che passano con maggiore frequenza. Quindi, o riesci a prendere gli unici due o non ti muovi più.


Siamo felici di essere riusciti a salire su un tram, ora dobbiamo scendere dal marciapiede e attraversare. Impossibile, un furgoncino bianco è parcheggiato esattamente davanti allo scivolo, ostruendo l'uscita. Giudicate voi se il conducente può essere giustificato con questo bigliettino sul parabrezza: " Sto riparando il frigorifero del Bar Coppola, Piazza Duomo. Grazie". Alessio non si arrabbia più come una volta, non si fa più venire il fegato amaro, tutto rientra, purtroppo, nella routine quotidiana.


Cosa è cambiato veramente? Il senso civico, il rispetto per le persone, il menefreghismo che dilaga?. Di una cosa siamo certi: in un pomeriggio non abbiamo visto neppure un disabile in giro, anche perché una semplice passeggiata potrebbe trasformarsi in una "prova di forza" e di resistenza, capace di mettere a repentaglio la vita. Pensate che il nuovissimo treno "Thello", notturno che collega Milano a Parigi, è "vietato" ai disabili. La direzione francese infatti impedisce alle persone con disabilità di caricare sul treno notturno la sedia a rotelle, sia elettrica che manuale. Per la direzione italiana potrebbe essere riposta nel vestibolo. Ma i frencesi dicono no, "nel rispetto della sicurezza ferroviaria". Secondo voi, quanti disabili siamo pronti ad accogliere?

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