"L'Italia non è fuori dalla crisi": smentita la "ripresa" di Renzi

Le analisi di Ft e di Mediobanca: "Economia non è ai livelli pre-crisi. FI: "Ecco i frutti dei governi della sinistra"

"L'Italia non è fuori dalla crisi": smentita la "ripresa" di Renzi

La crisi è alle spalle? Non proprio. L'Italia è ancora nel tunnel. E a sottolineare questa situazione è il Financial Times che sottolinea come l'economia di casa nostra sia ben lontana ancora dai livelli pre-crisi. Sul fronte della crescita del Pil, siamo ancora sotto la quota di crescita del 2007. Siamo in buona compagnia con Grecia e Portogallo. Nel dettaglio, secondo il quotidiano, alla fine del 2017 il Pil italiano sarà 6,2 punti percentuali sotto il dato di dieci anni fa. In Eurolandia, a farci compagnia, sotto ’quota zero, sono solo altri due Paesi: il Portogallo, che segna un calo complessivo del 2,4%, e la Grecia, che ha perso un quarto del proprio prodotto interno lordo (-24,8%). E a questi dati si aggiungono anche le analisi sulle imprese da parte di Medibanca che di fatto sottolinenano come le aziende siano ancora in affanno.

Nel 2016 le imprese industriali e dei servizi italiane hanno perso il 2% del fatturato. Si tratta della quarta flessione consecutiva dal 2013. Il calo ha riguardato il mercato domestico che ripiega per il quinto anno di fila (-2,3%), sono tornate a perdere terreno le esportazioni (-1,5%). Le imprese esaminate rappresentano il 51% del fatturato industriale e il 50% di quello manifatturiero italiano, il 35% di quello dei trasporti e il 37% della Gdo. E su questi dati è arrivato il commento del capogruppo di Forza Italia alla Camera, Renato Brunetta: "Oggi il Financial Times ha condotto un'analisi sui più importanti indici macroeconomici dei Paesi più industrializzati del mondo arrivando alla conclusione che l'economia italiana è ancora molto lontana dai livelli pre-crisi. Nel 2017 il Pil italiano sarà 6,2 punti percentuali sotto il dato di dieci anni fa. Cosa assai diversa per Francia, Germania e Stati Uniti il cui saldo è tornato positivo già nel 2011. Numeri e dati impressionanti che sbugiardano la retorica buonista della 'ripresa' che ha in Matteo Renzi il suo più illustre cantore". L'Italia, con buona pace dell'ex premier - ha aggiunto -, è l'ultima delle grandi potenze economiche in termini di crescita e creazione di nuova ricchezza. E i governi della sinistra hanno rallentato la riduzione del gap con gli altri Paesi, attuando politiche economiche e fiscali che si sono rivelate infruttuose e poco lungimiranti. Avere elargito bonus su bonus - continua l'esponente azzurro -, al solo scopo di vincere qualche elezione europea e tentare di influenzare il voto degli italiani al referendum costituzionale dello scorso dicembre, ha frenato di fatto la ripresa della nostra economia, rendendoci più fragili e meno credibili con i nostri partner.

Bisognava avere più coraggio, una visione di lungo periodo e percorrere i binari giusti della crescita: meno tasse, meno burocrazia, più investimenti. Né più, né meno - conclude - quello che farà il prossimo governo di centrodestra".

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