Non possiamo far finta di nulla: i musulmani radicali che sposano il jihad ci sono anche da noi. E forse non è un caso se il terrorista di Berlino, Amir Anis, ha cercato rifugio a Sesto San Giovanni per scontare la sua latitanza. Non è ancora chiaro se c'era qualcuno ad attenderlo o se semplicemente si sentiva più "al sicuro" nel Belpaese. Di certo in Italia il rischio terrorismo non è zero ed anche qui è alto il numero di musulmani o convertiti all'islam che difendono, o non condannano, gli atti terroristici fatti in nome di Allah.
L'ultimo caso riguarda l'attentatore islamista turco che ad Ankara ha ucciso a colpi di pistola l'ambasciatore russo, Andrey Karlov. Un omicidio passato in secondo piano a causa della strage di Berlino, ma ugualmente drammatico. Per un motivo: nei giorni immeidatamente successivi, proprio mentre Amir Anis falciava con un tir 12 persone ai mercatini di Natale, i gruppi Facebook islamici italiani "esultavano" per l'eroe turco Mevlut Mert Altintas.
Nella pagina "Convertirsi all'islam", frequentata da musulmani e italiani "tornati" all'islam, il 20 dicembre Nour Houda pubblica la foto dell'attentatore chiedendo agli utenti una reazione: un "cuore" se lo considerano un eroe oppure una emoji arrabbiata se lo ritengono un assassino. Ci si sarebbe potuti attendere la condanna unanime degli oltre 11mila iscritti alla pagina. E invece tra le (molte) reazioni di biasimo alle azioni del 22enne turco, ci sono state decine e decine di manifestazioni di sostegno. Lo considerano un eroe Hiba, Islam, Samopra, Ha, Salah, Ahmed, Youssef, Warraich, Radouane, Ayman, Nora, Tarik, Lofti, Zakaria, Mustafa, Kami, Muriel e tanti altri. Hammayu gli dedica una foto d'onore corredata con il grido "Allah Akbar" e sostenendo abbia "fatto bene". Rachid rivendica l'azione amicida dell'attentaore perché "migliaia di bambini e donne e vecchi sono morti e continuano a morire ogni giorno in Siria", un "protocollo per far scoppiare la guerra contro l'islam". Altri infine si buttano sul complottismo di una morte mai avvenuta.
Anche noi a rischio con i terroristi
Cristian Benvenuto, presidente regionale del dipartimento immigrazione e integrazione di Fratelli d'Italia, parla di "germoglio di radicalizzazione". "Molte delle persone che sostengono quell'assassino sono donne e italiani convertiti, persone comuni ma comunque pericolose: questo non possiamo negarlo". Ed è proprio dalle donne che potrebbero arrivare i pericoli maggiori. Ormai, spiega a ilGiornale.
it Benvenuto, "non si può dialogare più con chi manifesta diffidenza e odio verso gli italiani". Il pericolo è che "si cada nella seconda fase dell'isis, quella dei cani sciolti". Persone apparentemente comuni che si radicalizzano sul web e sposano il jihad armato. Non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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