L'orrore non è mai innocente

I morti non parlano. Neppure Pamela. Tocca ai vivi fare i conti con la sua storia

L'orrore non è mai innocente

I morti non parlano. Neppure Pamela. Tocca ai vivi fare i conti con la sua storia. Quello che sappiamo è che il suo destino deraglia quando incontra Innocent Oseghale. È uno spacciatore, uno dei tanti che la ragazza ha incrociato, solo che questa volta finisce nel modo peggiore: fatta a pezzi. Non è rilevante che sia nigeriano. È il resto che conta. Oseghale sopravvive nel sottobosco della criminalità, non ha un permesso di soggiorno, non ha un lavoro regolare, tira a campare vendendo droga. È per questo che Pamela va da lui. E lui fa più di quello che deve fare. La porta in giro per Macerata in cerca di qualcuno che ha la merce giusta. Non marijuana ma eroina. Lo intercettano vicino allo stadio. Poi vanno nell'appartamento di mattoncini rossi in via Spalato. Qui, un tempo di buio. Non si sa quello che succede. Pamela muore. Oseghale, dopo tanta reticenza, dice per overdose. Quello che accade dopo invece è noto. Oseghale taglia e spezzetta, probabilmente non da solo. Taglia pezzi di ossa e di carne e di pelle, come accade in un ripugnante film splatter, e riempie due trolley da scaricare nelle campagne di Pollenza. Alla fine e con fatica confessa. Tra i resti della ragazza non ci sono i genitali. Scomparsi. Forse per nascondere le prove dello stupro.

Oseghale è in carcere, ma potrebbe uscire presto, perché il gip riconosce solo i reati di vilipendio e occultamento di cadavere. L'omicidio no. Non ci sono, dice, per il momento le prove. Si aspettano gli esami tossicologici. Pamela potrebbe essere morta di overdose e non si sa chi le ha dato la droga. Oseghale non è un assassino. È la legge. Eppure se questa storia dovesse davvero finire così andrebbe a rinnegare una legge più alta, non scritta, quella naturale. Quella legge che rifiuta l'idea dell'orrore.

I giudici faranno il loro mestiere, ma resta qualcosa di assurdo, difficile da accettare: davvero quest'uomo se la cava con poco? Davvero non ha avuto nessun ruolo, morale oltre che penale, nella morte di Pamela? Il suo più grande alleato si chiama Luca Traini: accusando Innocent si teme di scagionare il pistolero di Macerata. Allora alla fine te lo chiedi. È un pudore politico che non ci fa chiamare con il suo nome l'orrore?

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