Un macigno sulla voglia di normalità

È un macigno sul sentiero stretto delle nostre acciaccate speranze. Vedevamo finalmente l'orizzonte lungo dei vaccini, siamo precipitati nell'incubo della nuova forma di coronavirus

Un macigno sulla voglia di normalità

È un macigno sul sentiero stretto delle nostre acciaccate speranze. Vedevamo finalmente l'orizzonte lungo dei vaccini, siamo precipitati nell'incubo della nuova forma di coronavirus. Ci mancava giusto la variante inglese: la cattiva favola di questo Natale già terremotato. Corre velocissima, quasi inarrestabile, e gli scienziati cercano di prenderle le misure: sarà solo più rapida o anche più feroce? E poi la domanda delle domande: manderà fuori bersaglio i vaccini che stanno arrivando al fronte a passo di corsa? Ecco la sfida che si consuma negli ultimi giorni del 2020: un flagello senza precedenti si abbatte su Londra e, in prospettiva, sull'Europa, mentre milioni di dosi stanno per essere date alle persone più fragili. Siamo al momento decisivo della guerra: potremmo vincere, rischiamo di essere presi alle spalle. Davvero, una sceneggiatura perfida e diabolica, un copione del destino che nessuno avrebbe saputo prevedere e raccontare. Giusto un anno fa, il virus scuoteva la Cina che faticava, e non poco, a studiare le necessarie contromisure e soprattutto a dare l'allarme. Oggi la giostra delle emozioni regala sensazioni forti, pure troppo: la salvezza, per i nostri padri e per le nostre economie, è in quelle siringhe a lungo aspettate ed oggi a portata di mano: basta resistere qualche mese e la pandemia dovrebbe battere in ritirata. Ma, fra incognite e punti di domanda, viene avanti il nemico imprevisto: un virus contagiosissimo. E che, in teoria, potrebbe pure sfuggire ai vaccini messi a punto in una corsa a perdifiato senza precedenti. Si spera e si pensa di no, ma non è detto. Certo, lo scivolosissimo tema non può essere evitato, l'atroce beffa potrebbe piombare sul traguardo delle rassicurazioni e delle foto dei primi fortunati e dei leader politici che tendono orgogliosi il braccio verso l'ago. Un piccolo passo che dovrebbe sigillare la malattia e poi restituirci il benessere, la qualità della vita, gli standard che abbiamo smarrito. Chissà. Forse andrà bene e il pericolo rientrerà. Forse. È probabile, fra mille cautele. Ma vai a sapere. Il ceppo in rampa di lancio potrebbe pure costringerci ad interrompere il countdown verso la riconquista della libertà. Del ritmo antico che sentiamo dentro. Delle abitudini che foderavano i nostri Paesi fino a ieri. Oscilliamo, come su una nave in mezzo alle onde. Ci aggrappiamo a quel che ancora non c'è, per scacciare quel che ci minaccia. Fantasmi ed incubi. Una fatica immane per raddrizzare un mondo che dodici mesi fa ci pareva una culla comoda ed è diventato un paesaggio inospitale. Si sale e si scende dalla giostra, fra voci, supposizioni, previsioni.

Ma si va avanti: un passo e poi un altro mezzo all'indietro. Una mezza giravolta delle nostre presunzioni, già ammaccate dal velenosissimo 2020. Prima di addormentare il drago una volta per tutte e scrivere - ne siamo certi - il lieto fine.

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