Maledizione di Tiepolo: l'italiano ucciso a Londra rubò un suo quadro

Sebastiano Magnanini non è il primo ladro di una tela di Tiepolo a fare una brutta fine...

Il luogo del ritrovamento del corpo di Sebastiano Magnanimi
Il luogo del ritrovamento del corpo di Sebastiano Magnanimi

Iniziano ad emergere i primi dettagli sul passato di Sebastiano Magnanini, il quarantaseienne veneziano ritrovato cadavere il 24 settembre nel Regent's Canal di Londra.

L'uomo, ucciso, legato a un carrello della spesa e quindi gettato nell'acqua del canale londinese, era noto nel capoluogo lagunare per aver preso parte, oltre vent'anni fa, al furto di una tela del Tiepolo.

Era la notte del 15 dicembre del 1993, quando nella chiesa veneziana di Santa Maria della Fava venne rubata "L'educazione della Vergine", una tela del valore inestimabile. L'anno successivo Magnanini venne arrestato con l'accusa di furto aggravato: secondo la ricostruzione degli inquirenti (l'uomo venne poi condannato a un anno e sei mesi nel 1998), Magnanini si fece rinchiudere nella chiesa - allora priva di allarme - per la notte e ne rubò la tela con l'aiuto di un terzo uomo.

I tre, però, lasciarono diverse tracce sul proprio percorso: bevvero a un bar della zona, fumarono marijuana e lasciarono anche cadere la tela per terra, dopo averla tenuta insieme con un laccio da scarpa. L'opera, per la cronaca, venne rinvenuta tre mesi dopo in un magazzino nei pressi dell'aeroporto Marco Polo.

Ora sulla storia di Magnanini indaga Scotland Yard, che ha aperto un'inchiesta sul mondo dello spaccio e del traffico di droga. L'uomo era arrivato a Londra dopo aver viaggiato tra Cambogia, Thailandia e Colombia. Secondo gli investigatori britanici, Magnanini sarebbe prima stato ucciso e quindi gettato nel canale: le indagini si orientano dunque verso la pista dell'agguato premeditato. Il movente, tuttavia, è ancora sconosciuto.

C'è però un ultimo, inquietante, dettaglio che merita d'essere menzionato. Come ricorda Repubblica, nel 1990 un altro giovane veneziano rubò un quadro del Tiepolo da una chiesa cittadina, senza però riuscire a venderlo ad alcuno.

Pizzicato dai carabinieri nel corso di una perquisizione legata al furto di uno stereo, si uccise pochi giorni dopo. Per ironia della sorte, il quadro rubato in quell'occasione si chiamava proprio "Il Martirio di San Sebastiano".

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