L'eccezionalità del mese di novembre appena trascorso ma, in generale, dell'autunno italiano 2019 che si avvia alla conclusione trova riscontro su dei dati inconfutabili: una media di 4 nubifragi al giorno fra tempeste di pioggia, neve, vento, trombe d'aria e grandine, con un aumento del 17% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un'enormità.
E fa statistica, ovviamente, anche la tempesta di Santa Lucia in corso sul nostro Paese, l'ultima in ordine di tempo degli eventi estremi che stiamo vivendo da mesi. È quanto emerso dai dati forniti da ESWD (European Severe Weather Database) ed elaborati da Coldiretti in relazione alla nuova allerta meteo che, da nord a sud, sta interessando l'intera penisola.
Ma l'aspetto più preoccupante è che 7275 comuni, il 91,3% del totale nazionale, sono a rischio per dissesto idro-geologico a causa di frane ed alluvioni mettendo in costante pericolo la vita di 7 milioni di italiani che vivono in queste aree ed in una situazione di continua incertezza determinata dall'andamento meteorologico anomalo che condiziona la vita e il lavoro.
L'eccezionalità degli eventi atmosferici e delle frequenti tempeste che ci colpiscono sono diventate ormai una regola anche in Italia visto che siamo di fronte ad una evidente estremizzazione degli eventi meteorologici che si manifestano con una maggiore frequenza rispetto al passato: siamo alle prese con sfasamenti stagionali e territoriali che sono la causa di precipitazioni brevi ed intense unite ad un rapido passaggio dal sole al maltempo e viceversa. Un po' quello che accadrà da qui alle prossime ore quando al Nord si passerà dalla neve in città a temperature sopra la media stagionale mentre al Sud ed in Sicilia si toccheranno nuovamente punte di 20 gradi, tipiche di un clima di inizio autunno che non di metà dicembre.
Questa situazione preoccupa sempre di più gli italiani: tre su quattro (il 75%) sono spaventati dai cambiamenti climatici, secondo l'indagine condotta da Coldiretti/Ixè. Le piogge sempre più intense e frequenti che spesso si abbattono sotto forma di vere e proprie bombe d'acqua - precisa la Coldiretti - rendono il nostro territorio ancora più fragile e maggiormente esposto al dissesto idrogeologico.
A questa condizione - conclude la Coldiretti - non è certamente estraneo il fatto che il territorio è stato reso ancora più debole a causa della cementificazione e dall'abbandono che negli ultimi 25 anni hanno fatto sparire oltre un quarto della terra coltivata (-28%) con la superficie agricola utilizzabile in Italia che si è ridotta ad appena 12,8 milioni di ettari.
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