Basta mettersi d'accordo: la gravidanza è un problema oppure no? Certamente non può esserlo a giorni alterni, oggi sì, domani no, quando conviene. I maligni potrebbero persino sospettare che qualcuno strumentalizzi la propria gravidanza, non sia mai. Agli inizi di febbraio, la dolce attesa costituiva per Giorgia Meloni un ostacolo insormontabile: «Con una campagna elettorale che si concluderebbe al settimo mese, per un mandato che ti impegna anima e corpo mentre nasce il tuo primo figlio, non è il caso che mi candidi sindaco a Roma». Posizione rispettabile. Domenica scorsa, nel giorno delle «gazebarie», arriva il colpo di teatro: «Corro io al posto di Bertolaso. È un gesto di amore e responsabilità». Capriola. Poche idee ma confuse, direbbe Flaiano. Intervistato a Fuori onda su La7 Guido Bertolaso respinge l'ipotesi di un eventuale ticket con la leader di Fratelli d'Italia: «Deve fare la mamma». Tanto è bastato a scatenare la polemica contro la presunta scivolata maschilista. Eppure basterebbe ascoltare la frase «incriminata» per rendersi conto che Bertolaso non era mosso da alcun istinto sessista ma esprimeva una critica squisitamente politica verso l'atteggiamento ondivago degli altri partner di coalizione: prima volete la mia disponibilità, poi mi sabotate e dovrei far finta di niente? E poi diciamoci la verità. Negli ultimi anni abbiamo visto deputate incinte al nono mese che partecipavano regolarmente ai lavori d'Aula. Abbiamo assistito al trionfale rientro al lavoro di ministre che solo pochi giorni prima avevano sfornato un bambino. L'esibizione della gravidanza come circostanza marginale della propria(...)(...) vita professionale ha smontato quella mistica della maternità che fino a ieri alimentava la retorica pseudofemminista e giustificava le enormi tutele a favore delle lavoratrici (assunte). Gli asili nido pubblici mancano, è vero, ma non possiamo raccontarci la storia che nel Belpaese la donna incinta sia sottoprotetta. Anziché pretendere l'estensione del congedo parentale all'uomo, dovremmo piuttosto riconoscere che persino per le donne l'astensione obbligatoria è un istituto obsoleto. Le donne impiegate nella pubblica amministrazione beneficiano di cinque mesi obbligatori di pausa dal lavoro cui se ne sommano altri sei facoltativi a reddito invariato.
Se così non è, se intendete difendere queste prerogative, allora non dovete neppure gridare allo scandalo quando qualcuno, per azzardo, espone una verità: una donna che ha appena partorito non può amministrare la complessità romana tra una poppata e l'altra.Annalisa Chirico- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.