Guerra in Ucraina

"Preoccupato? Vediamo...". In Aula Draghi rimarca il sostegno a Kiev

Il premier ribadisce la ferma posizione dell'Italia nello scacchiere internazionale: "Avanti nel sostegno all'Ucraina come da mandato parlamentare". E avverte: "La pace sia concordata, non subita"

"Preoccupato? Vediamo...". In Aula Draghi rimarca il sostegno a Kiev

Il giorno delle comunicazioni di Mario Draghi in Senato è arrivato e il premier, al suo arrivo a palazzo Madama, è apparso abbastanza tranquillo: "Preoccupato? Mah, non lo so... Vediamo, vediamo". Al centro il conflitto in Ucraina e le sue implicazioni, soprattutto l'invio di armi e le sanzioni. "Il Governo intende continuare a sostenere l'Ucraina così come questo Parlamento ci ha dato mandato di fare", ha dichiarato il premier Draghi, ribadendo che la posizione del nostro Paese non è cambiata e nell'immediato futuro non cambierà: "La strategia dell'Italia si muove su due fronti, in linea con l'Europa e con il G7: sosteniamo l'Ucraina e imponiamo sanzioni alla Russia". L'obiettivo, ha spiegato Draghi, è uno: "Ricercare la pace, superare questa crisi: questo è il mandato che il Governo ha ricevuto dal Parlamento. Questa è la guida per la nostra azione".

Il sostegno all'Ucraina

In occasione della sua visita a Kiev, il presidente del Consiglio ha visto con i suoi occhi quanto sta accadendo in Ucraina: "Ho visto da vicino le devastazioni della guerra e constatato la determinazione degli ucraini nel difendere il loro Paese". L'Italia continua pertanto a sostenere le sanzioni alla Russia ma resta aperta qualunque strada per arrivare alla pace, ha sottolineato Draghi, ribadendo che "solo una pace concordata e non subita può essere duratura". Tuttavia, all'alba del quarto mese di guerra, "Mosca continua ad aggredire militarmente città al fine di espandere il controllo sul territorio" e non sembra intenzionata a interrompere la sua azione. "I nostri canali di dialogo rimangono aperti non smetteremo di sostenere la diplomazia e di cercare la pace", ha dichiarato il presidente Draghi, ma "Mosca deve accettare di fermare le ostilità e sedersi al tavolo dei negoziati".

La delicata questione dell'ingresso dell'Ucraina nell'Unione europea è stata parte del discorso del premier, che ha ribadito al Senato il suo desiderio che Kiev ottenga lo status di candidato, perché "l'Italia è stata fra i primi a sostenere questa posizione, continueremo a farlo in ogni consesso internazionale, consapevole che non tutti gli Stati membri condividono questa posizione". Non è facile passare da Stato candidato a Stato membro, ha giustamente fatto notare Draghi, ma "il segnale europeo all'Ucraina deve essere chiaro e coraggioso da subito".

Il presidente del Consiglio ha anche rivelato che il presidente dell'Ucraina, durante la visita a Kiev, "ci ha chiesto di continuare a sostenere l'Ucraina per raggiungere una pace che rispetti i loro diritti". Mario Draghi ha usato parole molto forti per condannare l'azione russa, spiegando che la sottomissione violenta tentata da Mosca non porta la pace ma il prolungamento del conflitto, che ha già causato decine di migliaia di morti e di feriti da entrambe le parti.

La crisi energetica

Come già ampiamente documentato, Mario Draghi ha confermato che la Russia ha tagliato le forniture di gas al nostro Paese ma secondo le stime di Mario Draghi già dall'anno prossimo l'Italia potrà iniziare a ridurre la sua dipendenza da Mosca. Occorre comunque agire rapidamente, sottolineato Draghi, iniziando a imporre un tetto al prezzo del gas come soluzione per frenare l'inflazione: "I governi hanno gli strumenti per farlo". In questo modo, ha spiegato Draghi, si ridurrebbero i flussi finanziari verso Mosca.

"Questa misura è diventata ancora più urgente alla luce della riduzione delle forniture da parte di Mosca, con le difficoltà dell'Europa che aumentano vertiginosamente", ha dichiarato il premier in Senato, aggiungendo: "L'Europa deve muoversi con rapidità e decisione per tutelare i propri cittadini dalle ricadute della crisi innescate dalla guerra".

Allargamento dell'Unione europea

Oltre a dirsi favorevole per l'ingresso dell'Ucraina nell'Unione, Mario Draghi ha espresso in Senato il suo parere positivo anche per altri Paesi, in particolare quelli dell'area balcanica: "Durante il Consiglio europeo si discuterà anche dell'allargamento dell'Ue ai Balcani occidentali, l'Italia è favorevole a negoziati con Albania e Macedonia del nord".

E non solo, perché "il parere positivo della commissione Ue sull'adozione dell'euro da parte della Croazia a partire dal 2023 è un ottimo segnale che l'Italia coglie con favore".

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