Le mani degli evangelici sugli sbarchi: milioni di euro e aiuti alle Ong

Non solo la Chiesa cattolica. A Lampedusa opera Mediterranean Hope: così gli evangelici italiani e europei operano per "aprire i porti" italiani

Le mani degli evangelici sugli sbarchi: milioni di euro e aiuti alle Ong

L’ultimo sbarco di 81 migranti a Lampedusa lo hanno segnalato loro, sui social, con l’immancabile fotografia della nave. Lo stesso avevano fatto pochi giorni fa, dando risalto all'arrivo prima di 21 e poi di 23 immigrati, oltre ad altri 45 in sbarchi fantasma. Gli attenti osservatori fanno parte di Mediterreanean Hope (MH), un progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI) cui aderiscono i valdesi, i metodisti, la chiesa luterana, quella evangelica battista, l’Esercito della Salvezza, le chiese libere e quella apostolica italiana. Anche i protestanti tifano immigrazione.

Chiesa che vai, insomma, accoglienza che trovi. Ormai che sia quella cattolica o che professi una fede protestante, al centro dell’attenzione di fedeli e religiosi finiscono sempre con l’esserci gli stranieri. Le migrazioni aiutano l’ecumenismo più delle preghiere di Giovanni Paolo II.

Mediterranean Hope (MH) è un programma che si occupa di osservazione, accoglienza, corridoi umanitari e salvataggi in mare al seguito delle Ong. Sono loro a segnalare molti degli sbarchi a Lampedusa perché è lì che dal 2014 ha base l’"osservatorio sulle migrazioni". Nella pratica si occupa di “primissima accoglienza, mediazione, ricerca e analisi”, fornendo coperte, bevande calde e un internet point. Non mancano ovviamente le sortite politiche. Le Chiese evangeliche appaiono tra i promotori della campagna Io Accolgo, che tra le altre cose sostiene “vertenze” per cancellare “le scelte discriminatorie" e superare "gli effetti perversi del Decreto sicurezza”. E ti pareva. Non solo: in segno di solidarietà ai 43 migranti a bordo della Sea Watch, bloccata al largo per il braccio di ferro con il Viminale, gli evangelici si sono messi a dormire sul sagrato della chiesa insieme al parroco locale e al Forum Lampedusa Sociale. "Continueremo finché non sarà consentito alle persone di scendere a terra in un porto sicuro”, scrivono online sfidando Matteo Salvini.

“Aprite i porti”, è l'imperativo degli attivisti che a Lampedusa lo hanno pure scritto su un enorme striscione rosso. E Mediterranean Hope ci sta pure provando a spezzare il blocco imposto da Salvini. Insieme alla Comunità di Sant’Egidio e alla Tavola Valdese, organizza infatti corridoi umanitari per far arrivare i migranti attraverso "vie legali e sicure”. Nel 2017 ne hanno portati in Italia 1000 e altri mille ne sbarcheranno, in accordo col Viminale, nel biennio 2018/2019. Per non farsi mancare nulla, poi, MH ha avviato una collaborazione con l’Ong spagnola Proactiva Open Arms nelle missioni alla ricerca di immigrati nel Mediterraneo. La Fcei assicura un “sostegno finanziario” (quanto non è dato sapere) alla Ong e gli operatori di Mediterranean Hope partecipano ai vari equipaggi che si alternano sui natanti della Open Arms. Inoltre, MH “supporta” nella logistica e nella comunicazione sia i volontari spagnoli che i tedeschi di Sea Watch. Servizio completo.

Il problema, se così possiamo chiamarlo, è che l’attività pro-immigrati costa e per portare avanti la battaglia politica dei “porti aperti” occorrono fondi ingenti. Mediterranean Hope è finanziato in larga parte dall’8x1000 alla Chiesa evangelica valdese. Non parliamo di spiccioli. Nell’elenco dei progetti approvati per il 2018, appaiono due capitoli di spesa in favore della Fcei: ben 500mila euro finiscono col finanziare i corridoi umanitari, altri 550mila, invece, per gli altri progetti di Mediterranean Hope (tra cui il sostegno alle Ong). Pallottoliere alla mano, dal 2014 al 2018, nel conto corrente di MH sono finiti oltre 3 milioni di euro provenienti dall’8x1000 alla chiesa valdese. Mica male.

Senza contare che al progetto partecipano anche l’Unione cristiana evangelica battista (che versa 30mila euro per Medical Hope) e la Chiesa evangelica luterana (che finanzia uno sportello in favore dei migranti "dublinanti"). Tra i sostenitori figurano pure enti esteri, come la Chiesa evangelica della Vestfalia (EkvW), la Church of Scotland, la HECKS e la Chiesa riformata degli Stati Uniti. E non è un caso neppure se sul sito di MH viene dato ampio risalto alla discesa a Licata del capo della Chiesa Evangelica Tedesca (EkD). Il bishop Heinrich Bedford-Strohm è venuto in Italia per incontrare l’equipaggio della Sea Watch 3 e chiedere la “fine della criminalizzazione delle Ong”. Ne ha motivo: la EkD, infatti, è la stessa che nel 2017 ha versato 100mila euro sui conti dell’Ong tedesca per l’acquisto del Moonbird, l’aereo da ricognizione che avvista barconi in mare e li segnala ai soccorritori. Ogni decollo brucia 2.

800 euro, ma la Chiesa evangelica tedesca ha messo a disposizione per il biennio 2018-2020 una “generosa sovvenzione” che ne coprirà gli ingenti costi.

Perché dove ci sono i migranti, lì arrivano anche le chiese protestanti. E diversi milioni di euro.

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