Sea Watch, Salvini arma Conte: "Adesso intervenga l'Olanda"

Dopo sette giorni di stallo, Salvini scrive a Conte per chiedere un intervento dei Paesi Bassi di cui la nave batte bandiera

Sea Watch, Salvini arma Conte: "Adesso intervenga l'Olanda"

La situazione è ancora di stallo. Ed è proprio quello a cui l'ong tedesca Sea Watch puntava quando, dopo aver recuperato una cinquantina di immigrati clandestini a poche miglia dal porto libico di Zuara, ha puntato verso le coste italiane. Da alcuni giorni l'imbarcazionesi trova a 16 miglia dal porto di Lampedusa, al limitare con le acque italiane. E, sebbene la Guardia di Finanza abbia notificato il divieto assoluto di sbarco, il capitano Carola Rackete ha fatto sapere più volte che per loro "Lampedusa è e rimane il porto sicuro più vicino al punto dove abbiamo effettuato il salvataggio". Una situazione insostenibile che ha spinto Matteo Salvini a scrivere ufficialmente al premier Giuseppe Conte per ribadire la politica dei porti chiusi e sollecitare una "energica nuova iniziativa di sensibilizzazione" nei confronti dei Paesi Bassi, visto che la Sea Watch 3 batte bandiera olandese.

È come in una partita di scacchi. Era chiaro sin dall'inizio. Il modo, in cui la Sea Watch è andata a recuperare 53 immigrati, sin sotto le coste libiche, facendo uno sgambetto alla Guardia costiera di Tripoli che stava intervenendo, già faceva prevedere le prossime mosse degli ultrà dell'immigrazione. Che, come da copione, dopo essersi rifiutati di sbarcare in Tunisia, ha puntato la prua verso Lampedusa. L'obiettivo è ovviamente andare a dar fastidio a Salvini e, in seconda battuta, all'Unione europea. Non è la prima volta che le organizzazioni non governative fanno questo "giochetto" facendo carta straccia di qualsiasi legge internazionale. A questo giro, però, il capitano Rackete non è potuta entrare in acque italiane che le sono precluse dal decreto Sicurezza bis. Tuttavia, avere una nave carica di persone in condizioni non del tutto ottimali a poche miglia dal porto di Lampedusa resta, comunque, un problema per tutto l'esecutivo gialloverde. Da qui il pressing di Salvini su Conte a cui fa notare che lo stallo dura "da ben sette giorni" e che "con una navigazione di durata inferiore" la nave avrebbe potuto raggiungere l'Olanda, il proprio Paese di bandiera.

Per Salvini la situazione che si è venuta a creare è di una gravità estrema. E non solo perché non si può "consentire ad alcuno di decidere autonomamente, al di fuori dell'esistente quadro giuridico, dove e come condurre cittadini di Paesi Terzi". Anche il perdurare della presenza della Sea Watch 3 al largo delle nostre coste e la possibile evoluzione della situazione a bordo dimostrano il grave ricatto politico della Ong che, per i suoi fini ideologici, sta mettendo in pericolo decine di persone. A fronte di tutto questo il provvedimento di "divieto di ingresso, transito e sosta della nave nel mare territoriale nazionale" non è più sufficiente. Per quanto si stia dimostrando estremamente efficace, Salvini vuole che Conte chieda alle autorità olandesi di esercitare "i propri poteri sovrani sulla nave e sulle persone a bordo".

Un intervento sul piano internazionale che nell'ottica el leader leghista servirebbe a completare le recenti iniziative adottate dal governo sul controllo delle frontiere e sulla gestione dei flussi migratori illegali via mare. D'altra parte il recente rigetto del Tar dell'istanza cautelare presentata dalla Sea Watch ha, di fatto, già legittimato l'operato del Viminale. Adesso è importante che anche la comunità europea faccia la propria parte.

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