Non è la prima volta e non sarà l'ultima. Ma quando il Viminale ha inviato quarantacinque profughi a Mantova senza informare sindaco né governatore, le istituzioni locali hanno perso le staffe. Non ci stanno, non è questo il modo di procedere.
La Prefettura, racconta La Gazzetta di Mantova, aveva anticipato l'arrivo di 360 profughi per tutta la provincia, ma senza comunicare la località di destinazione. Residenti e amministrazione hanno saputo il luogo esatto - l'hotel pizzeria Maragò, che accoglie 45 tra bengalesi, afghani e pachistani - solo a cose fatte.
Un modus operandi inaccettabile, che ha provocato le proteste anche del sindaco di sinistra, Mattia Palazzi del Pd. Che insorge: "Non sta né in cielo né in terra che arrivino più di quaranta immigrati in un quartiere e il Comune non ne sappia nulla - attacca il primo cittadino - Intanto sono troppi: ho già chiesto alla Prefettura di ridurne il numero."
"La nostra amministrazione non ha intenzione di fare populismo sulla pelle dei profughi, ragazzi che hanno la sola colpa di essere meno fortunati di noi – ha dichiarato il sindaco – ma destinare 45 immigrati tutti insieme in un hotel, peraltro chiuso, il Maragò, senza dire nulla al Comune e senza parlare con il quartiere, è il modo migliore per creare un clima negativo e di preoccupazione nelle persone." Palazzi controlli e verifiche sull'idoneità dei locali destinati all'accoglienza.
Oggi sul caso è intervenuto anche
il governatore lombardo Roberto Maroni, che ha attaccato duramente la linea di condotta del Viminale: "Governo incapace e con la coda di paglia manda gli immigrati a Mantova in segreto", ha scritto su Twitter.Governo incapace e con la coda di paglia manda gli immigrati a #Mantova IN SEGRETO #cosedamatti #padroniacasanostra https://t.co/TyQr8qxlY4
— Roberto Maroni (@RobertoMaroni_) 22 Agosto 2015
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