Cronache

Marchionne, il manager dei due mondi cresciuto a cavallo fra America e Ue

Nato a Chieti, Marchionne studiò in Canada, Usa e Inghilterra. Quindi un lungo periodo di lavoro in Svizzera prima dell'approdo a Torino

Marchionne, il manager dei due mondi cresciuto a cavallo fra America e Ue

Nelle ore in cui gli epiteti si sprecano, Sergio Marchionne potrebbe essere ribattezzato "il manager dei due mondi".

Non si tratta di un luogo comune, per una volta. L'ex ad di Fiat-Fca scomparso oggi era davvero un uomo vissuto, fisicamente e professionalmente, su entrambe le sponde dell'oceano Atlantico.

Nato a Chieti nel 2952, era figlio di un maresciallo dei carabinieri e di una ragazza proveniente dall'Istria. Dopo aver trascorso nell'amatissimo Abruzzo gli anni dell'adolescenza, Marchionne si trasferì con i genitori in Ontario, lo Stato canadese al confine con gli Stati Uniti. Qui studiò, all'università di Toronto prima e a New York poi, completando il percorso accademico con un master in Business Administration presso la University of Windsor

Nel 2000, dopo una lunga esperienza come avvocato e fiscalista, approdò in Svizzera come amministratore delegato di un grupppo del settore farmaceutico-sanitario. Sempre in terra elvetica riuscì a risanare un colosso nei servizi di ispezione e certificazione, attirandosi le attenzioni ammirate di mezza Europa.

Fra i suoi estimatori, anche i vertici della Fiat, nel pieno del travaglio seguita alla morte di Gianni Agnelli. Arrivato a Torino nel 2003 come membro del cda e l'anno successivo come ad del gruppo, completò il proprio capolavoro ottennendo dall'Amministrazione Obama - alle prese con la peggiore crisi economica del dopoguerra - il 20% di Chrysler, uno dei massimi gruppi automobilistici del Paese. In dieci anni quella quota crebbe fino al 100%, mentre il rilancio di marchi come Jeep, Maserati e Alfa Romeo si rivelava un successo.

Successo ottenuto, come tanti altri, al prezzo di un lavoro instancabile e senza soste.

In merito c'è un aneddoto curioso che si dipana proprio fra Usa e Europa: pare che per sfruttare al massimo le giornate lavorative e non farsi "fermare" da quelle festive, Marchionne si muovesse col proprio jet privato da una sponda all'altra dell'oceano.

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