Cronache

Galli adesso "confessa" tutto: "Io di sinistra e sessantottino"

Massimo Galli su La7 rivendica con orgoglio il passato da Sessantottino e ribadisce la sua simpatia ai movimenti della sinistra italiana

Galli adesso "confessa" tutto: "Io di sinistra e sessantottino"

I virologi, loro malgrado, sono i personaggi del momento in Italia. Da marzo sono ricercati dalle tv e dai media per commentare la pandemia e spiegare ai cittadini come si sta evolvendo e, soprattutto, cosa ci aspetta nel prossimo futuro. Che la scienza non sia (quasi) mai uniforme non è una novità ma la pandemia di coronavirus ha acceso i riflettori sulle profonde divergenze che possono esserci negli studiosi, ognuno dei quali elabora proprie teorie e le espone, causando però confusione nel Paese. Massimo Galli è uno dei virologi che si è maggiormente esposto dall'esplosione dell'epidemia lo scorso febbraio ma sulle sue posizioni, per alcuni considerate allarmiste, si è spesso allungata l'ombra della politicizzazione del coronavirus. Oggi è stato ospite del programma L'aria di domenica, su La7, e non ha negato le voci che finora sono circolate sulle sue posizioni politiche.

"Avevo 17 anni nel '68, come molti coetanei ho fatto parte di una cultura che non rinnego nemmeno per un pezzettino. Sono consapevole che il tempo passi e la storia si modifichi, ma questo non significa rinnegare. Sono ancora di sinistra? Lo sono sempre stato in vita mia", ha affermato Massimo Galli da Myrta Merlino. Il direttore delle Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano non si tira indietro ma non commenta oltre la sua posizione politica, a parte una battuta con la conduttrice su quella che per lui è l'unica fede, ben lontana dall'ambito politico: "Sono tentato di fare un periodo di wash out completo, l'unica fede che ho è quella calcistica ben definita. Lo sanno tutti che sono interista. Molto francamente, credo vada considerato il fatto che ci sono posizioni derivate da dati scientifici e altre che sono legate a ipotesi campate in aria o previsioni che si rivelano fallaci. Non trovo nessun gusto ad aver ragione". Calcio e politica a parte, nonostante qualcuno potrebbe pensare il contrario, non si dice avvezzo alle telecamere e al clamore mediatico, soprattutto quando si scatena "il derby dei virologi", metafora calcistica a lui molto cara.

Le sue posizioni sul coronavirus sono note fin dal principio, perché Massimo Galli è fin dall'inizio uno dei virologi la cui visione dell'epidemia si inquadra tra gli scenari peggiori: "Tutti quelli che si sono espressi con cautele basate sui dati sarebbero stati felici di avere torto, non abbiamo gran voglia di continuare a mettere la faccia in questioni che sarebbero di competenza altrui. Lo faccio, anche se non ho libri da promuovere, candidature o interessi specifici".

Stoccate che non sono passate inosservate e che si inseriscono nella lunga, ed evitabile, diatriba trai virologi in un momento in cui l'Italia continua a farei conti con centinaia di morti al giorno per l'epidemia.

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