Cronache

Mediterranea sfida il governo: "Non ci fermiamo. Salvini voleva il nostro scalpo"

La portavoce di Mediterranea, Alessandra Sciurba, minaccia di tornare in mare: "Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci"

Mediterranea sfida il governo: "Non ci fermiamo. Salvini voleva il nostro scalpo"

Dopo il caso della nave Sea Watch 3, un'altra ong - in questo caso italiana - sta sfidando il governo gialloverde. Alex, infatti, è entrata a Lampedusa senza il permesso del ministro dell'Interno. E ora che i migranti sono sbarcati e hanno ricevuto assistenza, spuntano tutti i retroscena. Il gommone sul quale viaggiavano una cinquantina di migranti - successivamente recuperati al largo della Libia dalla Alex - non era rotto. A dirlo è stata la stessa volontaria qualche ora fa e adesso viene zittita dalla portavoce di Mediterranea che dà una versione completamente opposta.

Insomma, in queste ore stanno saltando tutti gli altarini e, nonostante siano indagati per favoreggiamento della immigrazione clandestina, per disobbedienza di nave da guerra e violenza a nave da guerra sia il capitano che il capo della missione, la ong Mediterranea non ha assolutamente intenzione di mollare. Anzi: non vede l'ora di tornare in mare. "Non abbiamo nessuna intenzione di fermarci - ha detto Alessandra Sciurba, portavoce di Mediterranea, parlando con la stampa a Lampedusa -. Lo abbiamo detto fin dall'inizio, non è fermando una, due o dieci navi che si può fermare Mediterranea. Sopratutto perché basta uscire in mare un attimo per rendersi conto di quanto siamo indispensabili".

La portavoce di Mediterranea Saving Humans dice a chiare lettere che "non abbiamo nessuna intenzione di fermarci, dobbiamo tornare in mare immediatemente perché è l'unico modo per sconfigggere i trafficanti favoriti dalle politche di questo governo". Non solo, quindi, dice che la nave tornerà in mare, ma accusa pure il governo di favorire i trafficanti di esseri umani "perché i trafficanti sono pagati due volte in questo momento in Libia dal governo italiano che ha finanziato una missione allucinante perché le milizie sono quelle che ogni tanto si travestono da Guardia Costiera e poi catturano le persone e le portano nei centri. I trafficanti pagati indirettamente dal governo italiano e dagli stessi migranti".

E ad Alessandra Sciurba fa eco il capo missione della nave Alex, Erasmo Palazzotto. Il campo missione, quindi, tenta di giustificare il loro "no" a Malta quando il governo italiano ha intimato di far sbarcare a La Valletta i migranti a bordo di Alex. "Si sono dette un sacco di cose non vere sulla vicenda di Malta - dice -. Abbiamo sempre chiesto un trasbordo esplicitando come per Alex, un'imbarcazione omologata per 18 persone, fosse impossibile pensare di raggiungere in sicurezza Malta navigando almeno ulteriori undici ore, e poi alle condizioni chieste che mettevano in pericolo la navigazione e le vite stesse di chi stava a bordo. In realtà, Salvini voleva il nostro scalpo".

Parole non troppo carine, insomma. E poi ci tiene a ribadire che i contatti con Malta per dare un pos ai migranti puntavano nei fatti a fare scattare il sequestro della nave a La Valletta "e a innescare una campagna di propaganda contro di noi". Si sapeva fin dal primo momento "che era una richiesta impossibile perché era un invito al nostro capitano a mettere in una situazione di grave rischio tutte le persone soccorse e il suo equipaggio".

Queste le loro giustificazioni, con tanti retroscena che poco a poco escono fuori..

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