Cronache

"Mi sentivo un fallito". Maja, l'ossessione per i debiti e la strage

Alessandro Maja, autore della strage nella villetta di Samarate, è stato interrogato dal gip. La confessione: "Mi sentivo un fallito. Non so cosa è successo"

"Mi sentivo un fallito". Maja, l'ossessione per i debiti e la strage

"Mi sentivo un fallito". A parlare è Alessandro Maja, il geometra che ha ucciso moglie e figlia, nonché tentato l'omicidio del primogenito, nella villetta di Samarate (Varese). Interrogato dal gip di Busto Arsizio Piera Bossi, il 57enne ha spiegato le ragioni che lo avrebbero indotto ad armarsi contro i propri familiari. "Ero ossessionato dal peso dei debiti", ha aggiunto ammettendo le proprie responsabilità.

L'ossessione dei debiti

L'interrogatorio di garanzia si è svolto nel reparto di Psichiatria dell'ospedale di Monza dove Maja è stato collocato subito dopo il fermo per il plurimo omicidio. Secondo quando ha confermato all'Ansa l'avvocato Enrico Milani, il 57enne avrebbe risposto alle domande del gip seppur ancor fortemente provato l'accaduto. "Ha risposto sofferente alle domande, - ha precisato Milani - con un forte disagio che ha portato ad una breve interruzione delle domande". Maja avrebbe ammesso di essere "ossessionato dal peso dei debiti" confermando, almeno in parte, le ipotesi ventilate in questi giorni dagli investigatori. Secondo gli inquirenti, infatti, al netto dei conti societari (perfettamente in regola), il geometra potrebbe essere finito in un losco giro d'affari oppure avere azzardato un'operazione finanziaria di cui non vi sarebbe traccia nei circuiti bancari.

La ricostruzione dell'omicidio

Nel corso dell'interrogatorio di garanzia Maja ha ripercorso i momenti antecendenti alla strage. "Quella sera ha spiegato di aver cenato con la famiglia come sempre, e di aver lavato i piatti", ha riferito il legale del 57enne. Dopodiché Giulia, 16 anni, e Nicolò, 23 anni, si sarebbero ritirati nelle rispettive stanze mentre la moglie del geometra, Stefania Pivetta, 56 anni, si sarebbe distesa sul divano in soggiorno. "Lui (Maja ndr) ha continuato a passeggiare per casa senza smettere di pensare al peso dei debiti che viveva come insopportabili", ha aggiunto l'avvocato Milani. A quel punto, il 57enne si è armato di cacciavite e martello: dapprima ha colpito la moglie poi la figlia e infine il primogenito. Soltanto Nicolò è sopravvisuto alla strage anche se le sue condizioni restano critiche.

Circa le ragioni che lo hanno indotto a commettere la strage "non ha risposto - ha concluso il legale - Lui non sa perché lo ha fatto".

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