"Mia figlia morta al Mangiagalli di Milano, in Africa sarebbe viva"

Parla il padre della 37enne deceduta in sala parto al Mangiagalli di Milano mentre dava alla luce due gemelli

"Mia figlia morta al Mangiagalli di Milano, in Africa sarebbe viva"

Morire durante la gravidanza. È quanto è successo alla 37enne Claudia, deceduta giovedì alla clinica Mangiagalli di Milano a causa di alcune complicazioni insorte mentre partoriva.

“Mia figlia se n’è andata tra dolori lancinanti, che accusava da giorni, e nessuno ha mosso un dito”, si sfoga al Corriere della Sera il padre di Claudia, Giuliano Bordoni. “Forse una cosa del genere non sarebbe successa neanche in Africa, e invece accade in Italia, in strutture considerate di prim’ordine”, attacca il genitore della giovane donna che era alla 25esima settimana di gravidanza e stava aspettando due gemelle, sfortunatamente morte anche loro ieri.“Pensi come può stare ora mia moglie, - prosegue Bordoni - una mamma che ha assistito a uno strazio del genere, per giorni dentro e fuori dagli ospedali. Vogliamo sapere cosa è successo, episodi simili non devono più capitare a nessuno”.

Roberto Dal Zuffo, il compagno della giovane mamma deceduta, saputa la notizia della disgrazia si è sentito male e ha dovuto ricorrere alle cure mediche. Sulla vicenda, ora, sta indagando la Procura di Milano per omicidio colposo.“Ci sono molti aspetti che vanno approfonditi nella vicenda, ma il dato da cui partire è uno: Claudia è morta a letto in una camera di ospedale, ha patito dolori lancinanti che l’hanno perseguitata per giorni, e per i quali ha chiesto aiuto”, dice l’avvocato Sala Della Cuna che, insieme al collega Antonio Bana, assiste i parenti di Claudia che hanno già sporto una prima denuncia.

Il sostituto procuratore Maura Ripamonti si è già mosso chiedendo il referto del pronto soccorso del San Raffaele, dove la vittima si era stata il 24 aprile e tutti gli altri esami e referti clinici eseguiti durante la gravidanza, oltre a quelli precedenti il ricovero del 25 aprile, avvenuto al Mangiagalli. E, inoltre, il procuratore ha chiesto anche la documentazione dell’ospedale di Busto Arsizio dove Claudia si era sottoposta alla fecondazione assistita.

Nei prossimi giorni verrà eseguita l’autopsia, ma intanto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha deciso di inviare gli ispettori per accertare se a causare la morte della donna abbiano contribuito difetti organizzativi delle strutture sanitarie e se siano state rispettate tutte le procedure previste dalla legge.

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