Ancora l'Onu e ancora l'Italia. Non è la prima volta che le Nazioni Unite, tramite uno dei loro enti e uffici, mettono il Belpaese nel mirino. In passato era arrivata a ipotizzare l'invio di ispettori contro l'ipotetico rischio razzismo. Questa volta al centro dell'attezione dell'Alto Commissariato c'è il dl Sicurezza in corso di approvazione alla Camera (e già votato al Senato).
"L'abolizione dello status di protezione umanitaria - dice il panel di esperti di diritti umani -, l'esclusione dei richiedenti asilo dall'accesso ai centri di accoglienza incentrati sull'inclusione sociale e la durata prolungata della detenzione nei centri di espulsione e negli hotspot minano fondamentalmente i principi internazionali dei diritti umani e condurranno certamente a violazioni delle leggi internazionali".
Secondo l'Onu nel Paese ci sarebbe "un clima di odio e discriminazione, sia nei confronti dei migranti e di altre minoranze, sia nei confronti della società civile e dei privati che difendono i diritti dei migranti". E pensare che è da tempo che il ministro Salvini cerca di rassicurare gli osservatori internazionali spiegando che il dl Sicurezza non vuole colpire i migranti perché stranieri ma solo "riportare un po' di ordine". Spiegazione che, a quanto pare, dalle parti dell'Onu non sembrano condividere.
L'inasprimento delle norme sull'immigrazione desta infatti "grave preoccupazione" perchè secondo gli esperti aumenterà la vulnerabilità dei migranti, rendendo più difficile la regolarizzazione, esponendoli maggiormente a trafficanti e criminalità, dato che "molti non avranno mezzi per soddisfare i loro bisogni di base con modi leciti". È il solito ritornello che vorrebbe garantire più permessi di soggiorno ai richiedenti asilo.
Fatto sta che nel loro appello al governo gli esperti chiedono (o intimano?) a Conte, Salvini e Di Maio di "rispettare i valori sanciti dalla Costituzione italiana e gli impegni internazionali sottoscritti". "Durante l'ultima campagna elettorale - dicono - alcuni politici hanno alimentato un discorso pubblico che abbracciava spudoratamente la retorica razzista e xenofoba anti migranti e anti stranieri. Le persone di origine africana e Rom sono state particolarmente colpite".
Di chi stanno parlando? Gli esperti non fanno nomi, ma le polemiche passate con Salvini fanno pensare che la ramanzina dell'Onu sia diretta proprio a lui. Intanto, proprio due giorni dopo il sequestro della nave Aquarius e la chiusura delle indagini per smaltimenti di scarti e vestiti infettivi dei migranti come rifiuti ordinari, l'Alto Commissariato non manca di bacchettare l'Italia anche per come ha trattato le Ong. Gli esperti parlano di "continue campagne diffamatorie contro le organizzazioni della società civile impegnate in operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo, così come la criminalizzazione del lavoro dei difensori dei diritti dei migranti". Governo e altri avrebbero "reso quasi impossibile per le navi delle Ong continuare a salvare i migranti", con la conseguenza - secondo l'Onu - di un aumento dei morti in mare.
In realtà, a ben vedere, in valore assoluto da un anno a questa parte sono diminuiti i migranti affogati nel tratto di mare che divide la Libia dall'Italia. Certo, sono aumentati in percentuale, ma per un motivo molto semplice: riducendosi le partenze, sono molti meno gli immigrati che si ritrovano tra le onde. E così il tasso di decessi aumenta, anche se di immigrati ne muoiono molti meno rispetto a quando le Ong bazzicavano il Mediterraneo. Dai 212 cadaveri recuperati nel 2017 si è infatti passati ai 23 decessi di quest'anno.
Bisognerebbe usultare, no?A quanto pare no. "Salvare vite non è un crimine. Proteggere la dignità umana non è un crimine. Atti di solidarietà e umanità non dovrebbero essere perseguiti", attacca ancora l'Alto commissariato.
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