Cronache

Migranti, Lucano potrebbe tornare ai domiciliari

La Procura di Locri ha chiesto una nuova misura cautelare a carico dell'ex sindaco di Riace. Che è a processo per la gestione dei migranti

Migranti, Lucano potrebbe tornare ai domiciliari

Mimmo Lucano potrebbe finire di nuovo ai domiciliari. La procura di Locri, davanti al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria, ha invocato la misura cautelare nei confronti dell'ex sindaco di Riace, oggi a processo (con altre 26 persone) per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.

Poche settimane fa, il presidente del Tribunale di Locri aveva accolto l'istanza di Lucano e revocato il divieto di dimora nella cittadina dell'accoglienza. L'ex primo cittadino era quindi tornato a Riace a quasi un anno dall'inchiesta 'Xenia', nell'ambito della quale era già finito ai domiciliari, anche se solo per pochi giorni. Una misura poi trasformata nel divieto di dimora.

I guai giudiziari del padre del modello di accoglienza non sono però finiti. Ieri il pm Michele Permunian ha infatti avanzato la richiesta degli arresti domiciliari nei confronti di 'U Curdu' davanti al Riesame, dove si è svolto l'appello presentato dalla stessa procura contro l'ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso anno (2 ottobre) dal gip di Locri, Domenico Di Croce, il quale – oltre ad aver ordinato i domiciliari per Lucano – aveva anche rigettato molti capi di imputazione (tra cui l'associazione a delinquere e la malversazione).

Il giudice aveva etichettato alcune delle accuse mosse a Lucano come “congetturali”, “laconiche” e “inidonee a sostenere l'accusa”. Con ogni probabilità, tuttavia, gli inquirenti le ritengono ancora valide. Ed è dunque possibile che il vero obiettivo della Procura, più che ottenere un nuovo arresto dell'ex sindaco, sia un diverso giudizio di merito da parte del Tribunale, in modo da rafforzare l'intero impianto accusatorio. La decisione del Riesame dovrebbe arrivare tra qualche giorno.

Il processo sulla gestione dei migranti, intanto, va avanti.

E adesso Lucano spera di non doverlo affrontare dai domiciliari.

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