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Migranti, Sea Watch e Olanda ora si rimpallano le accuse

Il centro di coordinamento olandese aveva invitato la nave a far rotta verso la Tunisia. L'Ong: "Mai ricevuta risposta". E così si è mossa verso l'Italia

Migranti, Sea Watch e Olanda ora si rimpallano le accuse

Sea Watch 3 è ferma al largo di Siracusa. Bloccata a poche miglia dal porto, con una ordinanza della Guardia costiera che impedisce a chiunque di avvicinarsi. Ma ora ad impegnare la poltica e il governo è lo scontro internazionale. Non tanto con la Francia e le accuse di Macron, quando con l'Olanda. La nave della Ong batte infatti bandiera olandese e secondo le leggi del mare spetta a Amsterdam l'onere di trovare un porto di sbarco. Peccato che dopo un iniziale interessamento, l'Olanda pare poi essersi disinteressata del natante proprio quando si è avvicinata verso l'Italia.

Partiamo dal principio. Come rivelato oggi dal Giornale, le regole dell'Imo (organizzazione marittima internazionale) prevedono che, a seguito di un evento Sar non coordinato da un centro marittimo, i soggetti che devono occuparsi dei naufraghi sono "il capitano, la compagnia di navigazione (in questo caso l'ong, ndr) e gli Stati di bandiera". Poi sempre "gli Stati di bandiera e costieri devono organizzare l'assistenza ai comandanti delle navi per liberare la nave dalle persone soccorse in mare".

L'Aja ha seguito queste leggi? Qualcuno ha dei dubbi. Secondo quanto scrive Sea Watch in un comunicato, quando il 23 gennaio scorso la nave è stata investita da un "ciclone mediterraneo", l'Ong avrebbe contattato il JRCC olandese e la capitaneria di porto di Lampedusa. Il JRCC avrebbe chiesto all'Italia l'autorizzazione a far sbarcare i migranti, senza però ottenere il via libera. A quel punto l'Olanda avrebbe "informato la nave che l'opzione di trovare riparo in Tunisia poteva essere percorribile". Il governo olandese avrebbe contattato quello tunisino "senza però ricevere alcuna risposta". Sarebbe questo il motivo per cui il comandante della Sea Watch avrebbe deciso di far rotta verso l'Italia, cercando una "rotta meno vessatoria".

Questo è il punto. Secondo Toninelli la nave umanitaria "doveva andare in Tunisia".

Perché quindi il comandante della Ong ha deciso autonomamente di far rotta verso l'Italia, nonostante il porto di Zarsis fosse più vicino e sicuro? "A nome del governo di questo Paese - aveva chiarito al Giornale il centro di coordinamento olandese - possiamo confermare che abbiamo chiesto alle autorità tunisine il loro permesso affinché Sea Watch 3 potesse cercare rifugio per condizioni meteorologiche avverse nelle vicinanze della loro linea costiera. L'equipaggio di Sea Watch è stato informato di questa azione".

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