Il Comune di Milano ha pubblicato la determina il 24 agosto scorso. Obiettivo: la creazione di alcuni sportelli "antidscriminazone" che diventeranno uno strumento di "ascolto, orientamento, sostegno e consulenza legale a disposizione dei cittadini italiani e migranti vittime o testimoni di forme discriminatorie".
Come fa notare Filippo Facci su Libero, la determina non appare chiarissima. E quella parte in cui si specifica che la brillante idea di Pierfrancesco Maiorino, assessore alle politiche sociali, è rivolta anche a "persone che hanno assistito ad atti discriminatori" fa sorgere qualche dubbio. Non solo perché si prevede l'avvio "di una campagna informativa specifica per inventivare l'accesso di questi ultimi", ovvero dei testimoni di atti di vero o presunto razzismo, ma soprattutto perché alla fine questi sportelli sembrano diventare uffici per "denunciare i razzisti".
E a che serve andare in un ufficio, peraltro gestito dall'Arci, a segnalare atti di razzismo se già esiste la Procura dove andare a denunciare reati razziali, etnici, religiosi e via dicendo? Il conto che i milanesi dovranno pagare per questa iniziativa in favore dell'accoglienza è di 27mila euro, prelevati dal fondo europeo Fami (Fondo Aslo, Migrazione e Integrazione). Non era possibile spenderli meglio? Domanda legittima, cui non è detto che ci sia una risposta.
Lo sportello ovviamente avrà anche il compito di ascoltare e orientare e dare
"consulenza legale" ai migrnati approdati in Italia. Inziativa lodevole, per carità. Ma non è che - come fa notare Facci - diventerà una "camera di compensazione tra chi subisce e vede del razzismo ei i corridoi della procura?"- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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