Cronache

Milano capitale del crimine, ma in Italia i reati diminuiscono

I dati del rapporto del Censis con Federsicurezza confermano il calo del numero dei reati. Milano è la città con il rapporto più alto fra numero di reati e popolazione, ma soffrono tutte le aree metropolitane dove si percepisce l'insicurezza

Milano capitale del crimine, ma in Italia i reati diminuiscono

Milano capitale italiana del crimine. È questa la triste realtà descritta dal primo Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia realizzato dal Censis con Federsicurezza, presentato oggi a Roma. Il capoluogo lombardo ha infatti il triste primato del numero di reati commessi. E adesso le autorità devono rispondere di questi numeri che, seppure in calo, destano allarme.

Da un punto di vista complessivo, l'Italia registra un calo nel numero dei reati commessi. Il trend è quindi positivo. Come si legge nel comunicato stampa del centro di ricerca, "in Italia i reati sono in calo: nel 2017 sono stati denunciati complessivamente 2.232.552 reati, diminuiti del 10,2% rispetto all'anno precedente. In particolare, gli omicidi si riducono dai 611 del 2008 ai 343 dell'ultimo anno (-43,9%), le rapine passano da 45.857 a 28.612 (-37,6%) e i furti scendono da quasi 1,4 milioni a poco meno di 1,2 milioni (-13,9%)".

Lo stato di salute sembra quindi in miglioramento, ma permangono forti problemi legati in particolare alle aree metropolitane. In queste zone, dove vive il 21,4% della popolazione italiana, si consuma il 30% dei reati. Il rapporto è quindi allarmante.

Milano con i suoi 237.365 reati commessi nel 2016 è l'area metropolitana con il più alto tasso di crimini e rappresenta il 9,5% del totale. Dopo Milano, c'è Roma con 228.856 crimini e un complessivo il 9,2%. Praticamente identico il numero di reati commessi a Torino e Napoli, con il capoluogo piemontese che ha registrato 136.384 reati e quello campano con 136.043, pari al 5.5% dei reati commessi in Italia.

Ma non c'è solo il numero dei reati a dare a Milano il primo posto in questa pessima classifica. Purtroppo, la stessa città resta in vetta alla classifica per il rapporto fra reati e popolazione, con 7,4 reati denunciati ogni 100 abitanti, seguita da Rimini (7,2), Bologna (6,6), Torino e Prato.

Ma come si rapporta la popolazione italiana con il tema della sicurezza? C'è un senso di insicurezza collettivo? Sempre secondo il Censis, il 31,9% delle famiglie italiane ha una percezione di pericolo all'interno della zona in cui vive. Si percepisce il rischio di criminalità. Le percentuali più alte, in questo senso, si registrano al Centro, con il 35,9% delle famiglie che risentono di questo clima di insicurezza, e al Nord-Ovest (33%). Ma per quanto riguarda il rapporto fra metropoli e province, anche in questo caso non c'è paragone: nelle aree metropolitane, il 50,8% dei cittadini si sente insicuro.

Il problema è molto sentito dalla popolazione. Secondo il Rapporto, il 21,5% degli italiani considera la criminalità un problema molto grave, ed è al quarto posto dopo la mancanza di lavoro, l'evasione fiscale e l'eccessiva imposizione fiscale. Le cose cambiano, ovviamente, per le fasce di popolazione con redditi più bassi e che vivono in zone più disagiate. Qui la criminalità diventa il secondo problema più grave del Paese, dopo la mancanza di lavoro.

Un segnale inequivocabile anche per la politica.

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