"Un milione pronti a partire dalla Libia"

La preoccupante indagine della procura di Palermo allarma il Viminale: "In Libia c’è un traffico inarrestabile di uomini"

"Un milione pronti a partire dalla Libia"

"Dai dati in nostro possesso, sulle coste libiche ci sarebbe circa un milione di immigranti pronti a partire per l’Europa". Durante la conferenza stampa sull'indagine "Glauco II" sulla rete transnazionale, che gestisce i viaggi degli extracomunitari dal Nord Africa verso la Sicilia, il procuratore aggiunto di Palermo Maurizio Scalia mette in allarme il Viminale che da mesi non fa che minimizzare l'emergenza. "C’è un traffico inarrestabile di uomini".

Dopo l'ultima ecatombe nel Canale di Sicilia, che potrebbe aver fatto dai 700 asi 950 morti, l'allerta è altissima. Il Viminale teme che con l'arrivo del bel tempo gli sbarchi saranno all'ordine del giorno e, mentre la politica latita e demanda qualsiasi tipo di soluzione, l'emergenza diventa endemica. Il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha comunicato trionfalmente l'arresto di mille scafisti. Peccato che per ogni trafficante della morte arrestato ne spunti fuori un altro pronto a prendere il suo posto per fare soldi con gli sbarchi. "Il prezzo medio pagato dagli immigrati per raggiungere la Libia da paesi come l’Etiopia, ad esempio, si aggira sui 5.000 dollari - spiega Scalia - il viaggio verso l’Italia, via mare sulle carrette del mare, costa sui 1500 dollari". L’organizzazione, previo pagamento di circa 400 euro, consente la fuga dai centri della Sicilia e allestisce il viaggio verso altri Paesi europei con l’ulteriore pagamento di circa 1500 euro. "È evidente che gli immigrati costituiscano per questa organizzazione un’ingente affare di tipo economico", ha continuato il procuratore aggiunto di Palermo secondo i cui dati ci sarebbero "tra 500mila e il milione di siriani in attesa di fuggire verso l’Europa".

Che la politica di Alfano di arrestare gli scafisti sia inutile se non accompagnata da un'azione più incisiva, lo dimostra proprio l'indagine di Palermo. Nonostante i quattordici arresti dei 24 provvedimenti di fermo firmati dai magistrati, capi dell’organizzazione criminale di trafficanti di esseri umani, l'etiope Ghermay Ermias e l'eritreo Redae Medhane Yehdego, sono ancora liberi e attivi in Libia. Certo, l'inchiesta della Dda di Palermo è un passo importante, ma non sufficiente per debellare l'emergenza. "Attiveremo ogni procedura prevista per riuscire ad arrestarli e farli processare - dice il procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi - è un fatto che le difficoltà politiche di alcuni di questi Paesi non ci fanno essere particolarmente ottimisti sull’esito di tali procedure".

Ghermay Ermias e Redae Medhane Yehdego sarebbero i principali organizzatori di tutti gli ultimi sbarchi in Sicilia. Anche se gli inquirenti non hanno in mano gli elementi necessari per collegare la loro organizzazione transazionale con l’ultima drammatica vicenda nel Canale di Sicilia.

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