Militare violenta la figlia: l'Esercito lo sospende

La ragazzina, oggi 15enne, ha trovato solo ora il coraggio di raccontare le violenze subite dal padre. Il ministro Trenta: "Non è degno di indossare l'uniforme"

Militare violenta la figlia: l'Esercito lo sospende

L'Esercito ha avviato le procedure per l"'immediata sospensione" di un militare arrestato ad Anzio, accusato di aver violentato per anni la figlia minorenne.

La ragazzina, oggi 15enne, ha trovato solo ora il coraggio di raccontare le violenze subite dal padre. Subito dopo l'uomo, un 45enne, è stato arrestato dalla polizia locale di Anzio e trasferito nel carcere di Velletri. Le violenze, come hanno accertato gli investigatori, andavano avanti da cinque anni.

In una nota, l'Esercito ha espresso "profondo sdegno e condanna". Il militare "si è macchiato - si legge ancora -, laddove le attività di indagine lo confermassero, di un comportamento riprovevole, immorale e inaccettabile, ancor più aggravato per uomini e donne che indossano l'uniforme e rappresentano lo Stato".

"L'Esercito esprime la totale intransigenza, tolleranza zero, nel contrastare tali inaccettabili condotte e la completa vicinanza alla ragazza nei cui confronti sono stati perpetrati gli abusi. Tali soggetti non sono degni di indossare l'uniforme. Tale isolato avvenimento viola l'etica militare, e lede fortemente la dignità e l'onore di tutto il personale dell'Esercito che, invece, con profonda onestà, professionalità, e spirito di sacrificio, quotidianamente svolge il proprio dovere".

Il ministro della Difesa

"La storia di una giovane, appena 16anni. Il suo incubo, le violenze subite dal padre: un militare. È sconvolgente. È talmente brutale la notizia, da non lasciare spazio alle parole. Non voglio dire altro, solo esprimere la mia vicinanza alla ragazza e stringerla in un grande abbraccio. Lo Stato Maggiore dell'Esercito provvederà quanto prima a prendere le opportune misure nei confronti del soldato arrestato. Un soggetto del genere non è degno di indossare l'uniforme, né di essere chiamato uomo".

Lo ha scritto su Facebook il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta.

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