Coronavirus

Miozzo: "Riaprire i ristoranti di sera? Sì, ma serve l’esercito”

Secondo il coordinatore del Comitato tecnico scientifico “la terapia più efficace sarebbe un lockdown totale per altri due mesi”

Miozzo: "Riaprire i ristoranti di sera? Sì, ma serve l’esercito”

Ristoranti aperti anche la sera sì, basta che scenda in campo l’esercito. Questa l’idea di Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato tecnico scientifico, che ha rilasciato una intervista a Repubblica.

Miozzo sarebbe più propenso all’idea di un lockdown totale per altri due mesi ma, come lui stesso ha ammesso, data la situazione è impensabile che l’Italia riesca a sopportare altri due mesi “con milioni di persone in stato di assoluta precarietà e il governo non è in grado di supplire alle necessità”. Miozzo ha quindi spiegato che le riaperture che si stanno autorizzando comportano un rischio relativo, perché il singolo settore va a incidere poco sul valore dell’Rt. Il problema nasce però quando si sommano i vari settori e in quel caso ne nasce una somma esponenziale dei rischi.

A cena con l'esercito

Sulla possibilità di poter riaprire i ristoranti anche la sera, il coordinatore ha sottolineato che questa idea sarebbe anche possibile, purché venga garantito un controllo rigoroso che fino a oggi è mancato. Basti pensare a cosa potrebbe accadere se riaprissero la sera i ristoranti sui Navigli a Milano oppure quelli della Capitale a Trastevere. Ma i ristoranti e i bar non sono solo nel capoluogo lombardo e a Roma, sono sparsi in tutta Italia e rischiano di essere penalizzati anche loro.

″Mi sono attirato le ire di molti amministratori locali che si sono visti imputare la responsabilità del mancato controllo per gli assembramenti. Ma è quello che chiederei al governo: un controllo efficace del territorio almeno per i prossimi due o tre mesi, con il contributo anche dell’Esercito, forze dell’ordine, polizia locale che stanno già facendo un lavoro straordinario. Basta vedere una divisa che agisca nei luoghi a rischio per scongiurare comportamenti irresponsabili”. Ecco l’idea di Miozzo quindi: cenetta a lume di candela con fidanzato e militare a sorvegliare la situazione. Magari poco romantico e un po’ inquietante ma, se serve per riuscire finalmente a cenare fuori dalle quattro mura domestiche, ben vengano anche le divise.

Il consiglio di Miozzo a Draghi

Per quanto riguarda le decisioni spesso diverse l’una dalle altre prese dalle Regioni anche sulla campagna vaccinale, Miozzo si è sentito di dare un consiglio al Professor Draghi: ricorrere all’articolo 120 della Costituzione che prevede il potere di sostituzione del governo centrale nel caso in cui le autorità locali non siano in condizione di garantire i diritti costituzionalmente previsti. Pur sottolineando la provocazione, Miozzo pensa sia però realmente attuabile per ciò che interessa la salute dell’Italia.

“Sulla scuola si sono viste scelte incomprensibili fatte dal territorio in assoluta disconnessione con il sistema centrale e ora si vedono altrettante fotografie su un programma strategico per il Paese come quello delle vaccinazioni ha spiegato.

E sul fatto di riaprire le palestre e le piscine, Miozzo ha tenuto a sottolineare che lo sport è socialità, salute ed economia. Ha quindi senso consentire le attività individuali, mentre non è lo stesso se ci si riferisce a tutto ciò che riguarda attività sportive ad alto rischio. “La vera discriminante è vedere se sapremo considerare il giallo come colore di rischio permanente. Solo in questo modo potremmo sperare di convivere con un’Italia a colori” ha concluso.

Sulle riaperture di teatri e cinema neanche una parola.

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