Cronache

Modena, giuristi spiegano ai sindaci come aggirare Decreto sicurezza

La notizia ha già scatenato un mare di polemiche. Il documento, studiato dai giuristi del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Modena ha ricevuto la benedizione di Cgil, Anpi e Arci

Modena, giuristi spiegano ai sindaci come aggirare Decreto sicurezza

La sinistra può gioire, i sindaci dei comuni in provincia di Modena hanno infatti ricevuto un vademecum con le dettagliate istruzioni per aggirare le norme previste dal Decreto sicurezza.

Lo scopo è quello di permettere ai primi cittadini di iscrivere all’anagrafe i richiedenti asilo senza commettere un’infrazione contro la Legge 132/2018 voluta da Matteo Salvini.

Tutto è stato possibile grazie all’operato dei giuristi del Coordinamento per la Democrazia Costituzionale di Modena, i quali hanno scavato nella giurisprudenza costituzionale, alla ricerca del perfetto escamotage per gabbare il provvedimento.

Com’era ovvio attendersi, la benedizione allo studio dei giuristi arriva da varie sigle, tra cui Cgil, Anpi, Arci e Tam Tam di Pace, che sostengono e promuovono con forza una lotta senza quartiere in difesa dell’accoglienza indiscriminata.

Come riportato da “ModenaToday”, queste associazioni sottolineano “la gravità delle politiche sull’immigrazione attuate dal Governo Conte e le terribili conseguenze dell’applicazione del cosiddetto “Decreto Sicurezza”. Queste si stanno traducendo in morti in mare, divieto di sbarco a persone tratte in salvo dalle navi delle ONG, trasferimenti coatti e senza ragione di donne, uomini e bambini i cui percorsi di integrazione sono spezzati”. Ecco dunque il perché della decisione di“realizzare un’iniziativa concreta per contrastare questa deriva umana e democratica”.

Come si evince dal documento in Pdf inviato ai sindaci, disponibile sul sito di Cgil Modena, queste sarebbero le chiavi necessarie a spalancare le porte chiuse dal Decreto Sicurezza. “L’iscrizione anagrafica è considerata dal nostro ordinamento un diritto soggettivo a fronte del quale non è concepibile un divieto normativo implicito – cioè non disciplinato da specifiche norme. La norma di cui al ricordato art. 4, comma 1-bis , Dlgs 142/2017 come oggi vigente non deve essere ritenuta pertanto preclusiva in via assoluta del diritto all’iscrizione anagrafica ma soltanto preclusiva dell’iscrizione anagrafica solo sulla base del permesso di soggiorno rilasciato a seguito della domanda di asilo. La condizione indispensabile, risultando la quale diviene obbligatoria l’iscrizione anagrafica dello straniero richiedente asilo, riguarda non tanto il documento “permesso di soggiorno” ma solamente la dimostrazione della “regolare presenza dello straniero sul territorio dello Stato”. Tale presenza è dimostrata dall’esibizione sia del c.d. modello C/3 - col quale si chiede la protezione all’arrivo sul territorio nazionale - oppure tramite la documentazione relativa all’identificazione effettuata dalla questura al momento della presentazione della domanda di asilo”. Le polemiche sono già forti e non finiranno certo qui..

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