Mondiale bacchettone Espulse le tifose sexy

L'ultima follia del sessualmente corretto è arrivata ieri dalla Fifa, il governo planetario del calcio, che ha chiesto alle televisioni di non inquadrare più, durante le partite, (...)

(...) «tifose attraenti» (ne ricordiamo di magnifiche ai mondiali di Brasile 2014, non ne vedremo più a Russia 2018, anche se - grottesco nel grottesco - il diktat arriva a tempo scaduto, visto che mancano solo due partite: le finali).

Siccome non c'è limite al ridicolo, la Fifa ha pure tentato di giustificare la sua svolta islamista sostenendo che «durante il mondiale in Russia i casi di sessismo sono stati più frequenti di quelli di razzismo; in particolare si sono verificati numerosi casi di molestie da parte di tifosi nei confronti di croniste». Quindi, a parte il fatto che allora bisognerebbe fare qualcosa anche per limitare i casi di razzismo, magari chiedendo alle tv di non inquadrare tifosi bianchi, torna il tema delle molestie. Secondo la Fifa, nel mondo del free porn di internet a uno viene il sangue alla testa vedendo, tra un fuorigioco e un dribbling, un ragazza con la maglia della Svezia: dopo di che, cerca di entrare in sala stampa per toccare il sedere a una cronista.

L'applicazione della direttiva è tuttavia di complessa attuazione, incontrando almeno due ostacoli. Il primo: come si stabilisce che una tifosa è «attraente»? Non tutti i gusti sono uguali. Ad esempio in Emilia, dove vivo e lavoro, si usa dire «è così bella che non ci passa da quella porta lì», perché in un mondo dalle radici contadine la qualità è anche questione di quantità. Altri invece si eccitano non per la bellezza ma per un particolare, un dettaglio, perché l'arrapamento è una cosa misteriosa: «Il feticista brama una scarpa e deve accontentarsi di una donna intera», diceva Karl Kraus. Insomma stabilire chi è «attraente» e chi no sarà già un primo problema.

Il secondo è ancora più spinoso. Perché se si prende alla lettera la direttiva, le televisioni saranno autorizzate a inquadrare tifose «non attraenti». E qui è un bel casino, perché una tifosa che si vedesse in tv potrebbe offendersi, sarebbe come sentirsi dare del cesso in mondovisione. Insomma la follia del sessualmente corretto sta colpendo non solo il diritto dell'uomo di guardare e desiderare, ma pure quello della donna di farsi guardare e desiderare. E siamo sicuri che a una bella donna dispiaccia l'essere ammirata? Provate a chiederle se preferisce sentirsi dire «ti amo» o «ti vedo dimagrita».

Detto questo attendo reazioni indignate, visto il cupo moralismo che ha ormai pervaso una materia nella quale, non dimentichiamolo, chi è senza peccato non ha niente da raccontare.

Michele Brambilla

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