
Poi magari non succede. Ma uno dei luoghi della memoria più importanti d’Italia rischia di chiudere baracca molto presto. Al suo posto potrebbe sorgere un bel supermercato luccicante, di plastica. Così va il mondo nell’era del tanto rigore per nulla. Stiamo parlando dell’Istituto Calasanzio dei padri scolopi di Frascati, meglio conosciuto come «scuole Pie» la più antica scuola pubblica d’Europa. Una storia di 400 anni da farne carta straccia. Dipenderà anche da Mario Monti. Che è super come Balotelli, alla fine casca sul più bello. E ora in piazza si vedono i primi appelli al premier risparmioso. Per il momento si teme il peggio. La situazione economica è pessima, le bollette costano sempre di più e la retta non sempre viene pagata da tutti gli alunni. Il sindaco di Frascati Stefano Di Tommaso ha promesso che garantirà il completamento del cicli di studio avviati. Ai genitori, alla comunità frascatana non basta. «La nostra Città deve impegnarsi con tutte le sue forze per evitare la chiusura di una delle realtà storiche che ha accompagnato la vita di intere generazioni di frascatani, centinaia di bambini e di giovani che hanno animato le scuole e il frequentatissimo oratorio. Pertanto, nei prossimi giorni mi farò promotore di un incontro tra tutte le forze politiche, per dar vita ad ogni possibile forma di tutela, garantendo così anche il completamento del ciclo di studi ai circa 100 alunni che frequentano l’Istituto». Vedremo. Quanto alla direzione i soldi in cassa sono pochi. «Avessimo il contributo della convenziona con lo Stato ce la potremmo fare - ci dice il preside - ora però tocca ai genitori. Monti sta tagliando impietosamnente scuola e sanità, gli effetti sono devastanti. Il nostro è un progetto educativo rinomato nel mondo, perchè di punto in bianco farlo morire?».
Una storia turbolenta quella delle proprietà degli Scolopi a Frascati, una vicenda fatta di trasferimenti e confische, ma fortunatamente quasi sempre a lieto fine. Chissà che anche in questo caso non ci sia il colpo di scena. Tutto comincia nel 1616 quando Papa Paolo V Borghese, residente a Villa Mondragone, invita Giuseppe Calasanzio aFrascati chiedendogli di aprire una scuola gratuita per i ragazzi della città. Il fondatore delle Scuole Pie, quindi, giunto nella cittadina castellana con l’immagine miracolosa della Vergine Maria che gli era stata donata dalla famiglia Bovarelli, in piazza della Spinetta prende una casa in affitto e comincia la sua attività. Nel giro di pochissimi anni intorno alla figura di Calasanzio si crea una comunità e gli ambienti a disposizione non sono più adeguati al numero degli studenti in crescita. Nel 1618, perciò la scuola viene trasferita e nel 1620 per 300 scudi viene acquistata la casa di Pietro Ambrogio Parenti, ma è solo nel 1625 che gli scolopi si insediano nell’area dietro la cattedrale di San Pietro dove si trovano ancora adesso. Sono anni d’oro, poco prima nel 1621, infatti, si era costituita la Pia Unione e a Frascati per la prima volta l’immagine della Vergine Maria era stata portata in processione, l'attualeArciconfraternita della Madre di Dio delle Scuole Pie così ribattezzata nel ’25 diventa un punto di riferimento per la città, ma soprattutto per i cittadini. Un decennio dopo viene costruita la chiesa (1632-1664) secondo lo stile di quegli anni e al cantiere collaborano personaggi illustri come Andrea del Pozzo (autore anche degli affreschi della chiesa del Gesù) tanto per citarne uno. Nel secolo successivo, con l'arrivo di Napoleone i beni della Chiesa vengono confiscati e tra questi anche le proprietà degli scolopi, i quali, tuttavia, fortemente convinti del progetto messo appunto fino a quel momento nel 1816 riacquistano la chiesa, la scuola e la casa e riprendono le loro attività. Ma gli «stop» non finiscono qui. Intorno al 1861 anno in cui l’Italia completa il suo processo di unificazione, il Regno appena costituito decide di sottrarre per la seconda volta terreni e costruzioni ai sacerdoti delle Scuole Pie, ma anche in quest'occasione la Confraternita riesce ad impossessarsi nuovamente delle proprietà avviando un progetto di restauro che terminerà nel 1929. I successivi decenni procedono con tranquillità fino ai primi anni quaranta, quando gli scontri a ferro e fuoco della guerra non risparmiano nessuno tanto meno Frascati che l’8 settembre 1943 viene rasa al suolo.
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