Cronache

Morte di Gudeta, confessa un suo dipendente. Donna uccisa e violentata

Il presunto assassino di Gudeta è un pastore ghanese impiegato presso l'azienda della vittima ed egli avrebbe ammesso la propria colpevolezza

Morte di Gudeta, confessa un suo dipendente. Donna uccisa e violentata

Sembra sia arrivata la svolta nelle indagini sulla morte di Agitu Ideo Gudeta, la rifugiata etiope di 42 anni di età diventata simbolo di integrazione per il successo della sua azienda agricola biologica Capra Felice. La donna era stata trovata morta ieri sera, a Maso Villalta a Frassilongo, nella propria camera da letto, apparentemente assassinata, e i carabinieri avrebbero finalmente trovato l’aggressore. I militari hanno infatti fermato, quale sospettato dell’omicidio, un dipendente della vittima e lo stesso avrebbe ammesso stanotte la sua colpevolezza. Agitu Gudeta, nata ad Addis Abeba nel 1978, aveva studiato sociologia all'Università di Trento ed era in seguito tornata nel suo Paese. Nel 2010, a causa della situazione di conflitto interna nella nazione africana, aveva fatto ritorno in Italia e nella trentina Valle dei Mocheni aveva dato vita alla sua azienda, estesa undici ettari e caratterizzata dalla presenza di ottanta capre autoctone. A Trento aveva inoltre aperto un punto vendita di formaggi e prodotti cosmetici a base di latte di capra.

Relativamente al ritrovamento del cadavere della malcapitata, il corpo senza vita era stato rinvenuto, apparentemente colpito da martellate, da dei vicini di casa della 42enne, allertati da un conoscente dell’imprenditrice preoccupato perché la donna etiope non era andata a un appuntamento. I carabinieri erano subito accorsi sul luogo del delitto assieme a un magistrato.

Le indagini scattate subito dopo la scoperta del reato hanno quindi portato all’arresto, da parte dei carabinieri della Compagnia di Borgo Valsugana, di un dipendente e collaboratore di Gudeta, ossia di un cittadino ghanese 32enne, Adams Suleimani. L'interrogatorio notturno del sospettato ha alla fine spinto quest'ultimo a confessare e a fornire agli inquirenti anche il particolare per cui la rifugiata etiope, dopo essere stata colpita con un mazzotto dal suo assassino ghanese, sarebbe stata anche violentata sessualmente dal 32enne.

Il soggetto arrestato, che ha lavorato finora presso l’azienda Capra Felice con l’incarico di pascolare le capre, avrebbe confessato inoltre che, alla base del suo gesto omicida, vi sarebbero stati motivi economici.

In base alle prime indiscrezioni, tali motivazioni sarebbero legate a uno stipendio che l’uomo avrebbe rivendicato dall’imprenditrice come non pagato.

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