Cronache

È morto Alain Senderens, uno dei padri della Novelle cuisine

È scomparso a 77 anni Alain Senderens. Tra gli inventori della Novelle cuisine, divenne famoso per la ricetta dell'aragosta alla vaniglia

È morto Alain Senderens, uno dei padri della Novelle cuisine

Storicamente la cucina francese è sempre stata pesante, basata su ricette standard fatte di cotture infinite, basi già pronte, abbondante uso di grassi e spezie oltre a salse a base di burro e farina. Questo fino agli anni Settanta, quando un gruppo di chef giovani e coraggiosi propose di abbracciare un nuovo modello che ha portato alla trasformazione della cucina in un arte.

Tra questi cuochi c'era anche Alain Senderens, scomparso all'età di 77 anni nella sua casa di Corrèze, in Francia. Tornato in auge nel 2005 per la sua decisione di rinunciare alle tre stelle Michelin, Senderens era diventato famoso negli anni Settanta grazie alla sua innata e originale abilità di coniugare il cibo al vino in modo leggero e gradevole.

Considerato insieme a Paul Bocuse e Michel Gerard uno dei paladini della Novelle cuisine, al nome di Senderens sono associati due dei più importanti ristoranti di Parigi. All'inizio "L'archestrate" di rue de Varenne, poi il "Lucas Carton" nei pressi di place de la Madeleine e infine "La Tour d'Argent", l'ultimo ristorante in cui ha lavorato prima del ritiro nel 2013.

Qualche anno fa era tornato agli onori delle cronache per la sua decisione di sfuggire alla dittatura della guida gastronomica Michelin.

Ma ancora più importanti della sua carriera da chef sono le creazioni, come l'indimenticabile aragosta alla vaniglia. Più in generale, Senderens fu tra i primi ad avvertire l'esigenza di alleggerire la cucina francese, abbandonando la quantità in favore della qualità e sostituendo i pesanti intingoli della tradizione con ricette delicate, leggere e preziose.

Di Senderens si ricorda anche l'attenzione alla storia della cucina. Lo chef nato a Hyères, nel sud della Francia, ebbe l'intuizione di recuperare la ricetta dell'anatra arrosto alla maniera di Apicius, un ricettario romano scritto tra il quarto e quinto secolo d.C.

che prende il nome da un cuoco e buongustaio romano vissuto ai tempi dell'imperatore Traiano.

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