Morto il professor Bianco, paladino anti Stamina

Il ricordo di Elena Cattaneo (Università di Milano), Gilberto Corbellini (Università di Roma La Sapienza) e Michele De Luca (Università di Modena e Reggio Emilia): "Una delle migliori menti della scienza italiana in campo biomedico"

Morto il professor Bianco, paladino anti Stamina

Uno dei più agguerriti avversari del presunto metodo Stamina, il professor Paolo Bianco, è morto all'età di sessanta anni. Direttore del Laboratorio staminali del dipartimento di Medicina molecolare alla Sapienza di Roma, balzò alle cronache dopo un suo intervento contro "Stamina" alla trasmissione "Le Iene". Le sue parole sollevarono un polverone con molti seguaci di Vannoni che ne chiesero le dimissioni. "La scomparsa del professore Bianco - commenta il ministro della Salute Beatrice Lorenzin - rappresenta una grande perdita per la medicina. Lascia un patrimonio di esperienza e conoscenza di cui gli saremo sempre grati. Ricorderemo la sua abnegazione nel ricondurre ogni dibattito all’interno della scienza, la sua disponibilità al confronto, la sua umanità verso i pazienti. Lo ricordo con una delle sue frasi, pronunciata qualche mese fa, in occasione della presentazione dell’ennesimo grande risultato ottenuto con la ricerca sulle staminali e la ricostruzione attraverso esse della retina umana. Disse che 'la scienza procede lentamente ma con la sicurezza di risultati tangibili e a volte spettacolari'. L’Italia oggi piange la scomparsa di un uomo di grandissimo talento che mancherà molto alla scienza di tutto il mondo".

A ricordare lo scienziato scomparso anche tre illustri colleghi, accomunati dalla battaglia contro Stamina e le false terapie: Elena Cattaneo (Università di Milano), Gilberto Corbellini (Università di Roma La Sapienza) e Michele De Luca (Università di Modena e Reggio Emilia). "Oggi ci ha lasciato una delle migliori menti della scienza italiana in campo biomedico", scrivono gli scienziati. "Scienziato e medico integerrimo e rigoroso, straordinaria persona che conosciamo da anni, rimarrà un esempio di personalità dalla grande cultura umanistica e affascinato cultore della scienza. Con la sua scomparsa la comunità scientifica mondiale perde un importante riferimento nel campo delle staminali mesenchimali e scheletriche.

Il nostro pensiero va e si stringe a fianco di coloro che lo hanno conosciuto e apprezzato, in particolar modo alla sua famiglia, al suo gruppo di ricerca e alle generazioni di studenti da lui formate. Per noi oggi, soprattutto, viene a mancare un amico"

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