La mossa delle imprese: "Paghiamo noi i test pur di riaprire"

Le Pmi si appellano al premier Conte: "Pronti anche a sanificare gli ambienti e a rispettare le procedure di sicurezza per il ritorno alla vita produttiva"

La mossa delle imprese: "Paghiamo noi i test pur di riaprire"

Bisogna ammetterlo: coniugare la tutela della salute dei cittadini con la difesa dell'economia da danni irreparabili non è cosa facile. Ma non per questo bisogna fermarsi: vanno ascoltate le varie proposte e messe in pratica le ricette migliori. Un'idea è stata avanzata da Confapi, l'associazione che rappresenta 83mila imprese manifatturiere e più di un milione di dipendenti: il presidente Maurizio Casasco ha scritto e inviato una lettera al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per sensibilizzarlo sul serio pericolo che le piccole e medie imprese italiane possano collassare definitivamente in questa fase in cui sono allo stremo delle forze. Come riportato dall'edizione odierna di Libero, pur di ripartire (anche gradualmente) sono disposte a pagare di propria tasca per sanificare gli ambienti, per fare i tamponi e per garantire le protezioni necessarie ai suoi lavoratori.

Il dato di fatto da cui bisogna partire è davvero triste: la fiducia di imprenditori, consumatori e cittadini ha raggiunto il minimo storico. Lo stesso Casasco ha ammesso che ascoltando le varie angosce si comprende amaramente quanto sarà difficile "invertire questa curva", che però rappresenta uno degli obiettivi principali per tentare di "restituire speranza prima ancora che capacità di reddito al nostro sistema".

L'appello delle Pmi

Ieri il premier Conte ha annunciato che probabilmente dopo Pasqua si entrerà nella fase 2: la convivenza con il virus e una ripartenza graduale. Ma molte attività rischiano di non riaprire più, come quelle cash driven che traggono i mezzi di produzione dai proventi della settimana o dal mese precedente: "Si parte da ristoranti, alberghi, ostelli e si arriva fino alle palestre ai piccoli negozi al dettaglio ai piccoli studi professionali e alle aziende di trasporto". Perciò Confapi ritiene urgente "introdurre misure di fiscalità amichevole nei confronti delle risorse investite, di garantire linee di credito facilitate per il mantenimento delle attività di investimenti già programmati".

Il numero uno dell'associazione ha assicurato che le piccole e medie imprese italiane sono pronte non solo "a fronteggiare i costi per fare i test ai dipendenti", ma anche a seguire i suggerimenti delle autorità "in merito alla sanificazione e sicurezza dei luoghi di lavoro e l’attribuzione di codici di priorità per il

ritorno alla vita produttiva". E questa è da intendersi un'occasione per una grande prova di cooperazione e collaborazione "tra autorità e fffici amministrativi e la realtà privata e produttiva del Paese".

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